di Marco Natale
Nell’appuntamento con i fedeli presenti in piazza san Pietro, prima della recita dell’Angelus, Papa Francesco, ha messo in evidenza la perfetta sintonia tra la prima lettura che la liturgia ci propone in questa domenica con quanto emerso nel documento finale redatto dall’Assemblea del Sinodo dei Vescovi che si è concluso oggi. Nel documento in questione emerge l’importanza della Parola di Dio come “Parola di speranza” che Dio dona al suo popolo. La Parola di Dio, dice ancora il Papa è “una parola di consolazione“. Nel donare in maniera gratuita la sua Parola Dio agisce come un “padre per il suo popolo, si preoccupa per ognuno di noi, ci ama e ci cura come figli”. La speranza che Dio vuole insegnarci, prosegue il Santo Padre , “non è un miraggio, ma è una promessa per la gente reale, con pregi e difetti, potenzialità e fragilità”. Tocca a noi far vivere realmente la speranza ogni giorno nelle nostre e per far ciò è necessario, precisa Francesco, essere in grado di “cogliere i segni dei nostri tempi”, non da soli, ma in collaborazione con il nostro prossimo, dando vita in questo modo alla forma più bella di discernimento, quello “comunitario“. Fondamentale” conclude il Papa, è stato lavorare durante tutto il periodo del Sinodo in maniera collegiale, “in questi giorni ci siamo confrontati su come camminare insieme attraverso tante sfide, quali il mondo digitale, il fenomeno delle migrazioni, il senso del corpo e della sessualità, il dramma delle guerre e della violenza“.