Il maestro Roberto De Simone ha attraversato il Novecento con lo spirito di chi ha saputo ascoltare le radici profonde del Sud. Ha saputo trasformarle in arte universale.
Compositore, musicologo, regista, autore teatrale e raffinato intellettuale, è stato instancabile nel valorizzare il patrimonio popolare. Colto della tradizione meridionale, fino ad elevarla a linguaggio internazionale.
Capolavori come “La Gatta Cenerentola”, opera-manifesto del suo impegno culturale e il suo lavoro al fianco della Nuova Compagnia di Canto Popolare, resteranno indimenticabili. Con essi, è stato capace di restituire dignità e splendore alla musica folklorica napoletana.
Studioso rigoroso e appassionato, direttore del Conservatorio di San Pietro a Majella e del Teatro “San Carlo”, De Simone ha lasciato un’impronta indelebile anche nelle istituzioni culturali partenopee. incarnando un’idea di cultura come ponte tra memoria e futuro.
Nelle scorse settimane, le sue condizioni di salute si erano aggravate e il maestro era stato ricoverato in ospedale. La notizia della sua morte, resa nota oggi da “Il Mattino” di Napoli, ha suscitato cordoglio unanime in tutta Italia e, in particolare, nella sua amata Napoli. La città partenopea gli diede i natali nel 1933: è sempre vissuto lì, dove ha lavorato costantemente.
Giova ricordare come De Simone sia diventato un simbolo della resistenza culturale e che mai ha accettato la superficialità e l’omologazione.
Il maestro lascia un’eredità imponente fatta di suoni, parole e visioni che continueranno a risuonare senza sosta nel tempo.
Condoglianze alla Sua famiglia.
Grazie, Maestro.
Assai, assai, assai!