CASERTA – Da diverse ore ormai gran parte del territorio cittadino è completamente privo di energia elettrica. Un blackout che sta causando enormi disagi a famiglie, uffici, attività commerciali, professionisti e strutture sensibili. Secondo quanto raccolto dalla nostra redazione, il disagio – che ha interessato quasi tutta la città – potrebbe protrarsi almeno fino alle ore 14, lasciando migliaia di cittadini senza un servizio essenziale.
L’ira dei commercianti
Diversi commercianti ci hanno contattato nelle scorse ore, denunciando perdite economiche, difficoltà operative e un senso crescente di frustrazione. «Non è possibile andare avanti così. Senza corrente non possiamo lavorare, accogliere i clienti, garantire i servizi minimi», ci riferisce uno di loro, visibilmente amareggiato.
Ma dietro le lamentele c’è molto di più. C’è la percezione, sempre più diffusa, che Caserta sia lasciata sola, senza un presidio istituzionale forte, senza un’amministrazione, oramai delegata ai commissari, capace di garantire anche la normalità. Perché sì, la normalità passa da qui.
Energia elettrica: un servizio essenziale
Avere luce in casa, un frigorifero funzionante, un negozio aperto, un anziano che respira grazie a un apparecchio collegato alla rete elettrica dovrebbe essere normale, non un lusso. Certo, esistono accumulatori di corrente, ma non tutti li possiedono, e non sempre sono affidabili.
Basta un calo di tensione, un guasto tecnico, e tutto si ferma. In una città in cui l’acqua non è sempre potabile, i trasporti sono carenti, la manutenzione delle strade è spesso trascurata, anche l’energia elettrica diventa un lusso, più che un diritto.
Manca il supporto della politica e delle istituzioni
Ancora una volta ci chiediamo: dov’è la politica? Dov’è ciò che resta dell’amministrazione comunale? Dov’è la voce delle istituzioni in queste ore difficili?
I cittadini hanno bisogno di risposte, ma soprattutto di rispetto. E il rispetto passa anche per la gestione ordinaria dei servizi essenziali.
Caserta sembra sempre più una città in fondo a tutte le classifiche, una città che arranca, che perde pezzi, che fatica a riconoscersi. E a chi ci chiede se c’è ancora spazio per un po’ d’ottimismo, oggi rispondiamo con amarezza: difficile trovarlo, se manca anche la luce della speranza.