Caserta, marciapiedi dipinti d’azzurro: ora i pedoni costretti a volare

Interi marciapiedi a Caserta sono stati trasformati in piste ciclabili senza cartelli né tutele. Sembrerebbero ignorate le norme del Codice della Strada. Rischio incidenti e caos urbano.

CASERTA In via Repubblica Napoletana e in via Ferrarecce alcuni marciapiedi sono stati interamente pitturati d’azzurro. Non risultano installati cartelli verticali, non si rilevano delimitazioni orizzontali conformi, e non è stata fornita alcuna informazione pubblica sul cambiamento della destinazione d’uso di questi spazi. La funzione pedonale risulta di fatto annullata, in assenza di alternative sicure.

Le immagini documentano una situazione a dir poco anomala. I cittadini della zona sono confusi e disorientat. Eppure, sembra quella vernice azzurra parrebbe autorizzare l’uso ciclabile esclusivo di un’infrastruttura urbana che dovrebbe restare, – prima di tutto – ad uso dei pedoni.

Le norme non rispettate

Secondo il Codice della Strada una pista ciclabile deve essere “opportunamente delimitata” e segnalata. Il Regolamento di attuazione richiede segnaletica verticale obbligatoria e, nei casi di coesistenza tra pedoni e ciclisti, specifici cartelli di indicazione mista. L’art. 140 CdS, che richiama il principio generale di sicurezza, stabilisce che ogni utente della strada debba comportarsi in modo tale da non costituire pericolo o intralcio. Nulla però è ancora chiaro: c’è solo confusione.

Sicurezza a rischio

L’assenza di spazi alternativi per i pedoni crea una condizione critica, soprattutto per le persone anziane, per chi ha disabilità motorie, per i bambini. Anche i ciclisti, costretti a muoversi in un’area non protetta e mal progettata, si troverebbero esposti a rischi di collisione o di caduta.

Se l’intento fosse quello di realizzare percorsi ciclabili condivisi, come pure consentito dalla normativa in casi particolari, occorrerebbero tutele precise, chiarezza normativa e formazione culturale. Nulla di tutto ciò sembra essere stato previsto.

Un contesto urbano disgregato

Caserta figura al 98° posto nella classifica del Sole 24 Ore sulla qualità della vita (2024). I parametri più critici riguardano proprio la mobilità urbana, l’ambiente e la sicurezza. In questo contesto, l’improvvisazione nella gestione dello spazio pubblico diventa un’aggravante. La Polizia Municipale, da anni in condizioni di sotto-organico, non può garantire controllo né prevenzione. L’amministrazione comunale, oggi gestita da commissari straordinari, non sembra avere il polso della situazione.

Riflessione e responsabilità

Sarebbe auspicabile che tutte le forze politiche, senza distinzioni di schieramento, riconoscessero la gravità della situazione e si attivassero per restituire ordine, sicurezza e dignità allo spazio urbano. Parimenti, sarebbe opportuno che le associazioni civiche sollecitassero un confronto pubblico sugli standard minimi di qualità e vivibilità urbana.

Un modello non condivisibile

Pensare di destinare un marciapiede, eventualmente, a uso promiscuo tra ciclisti e pedoni può apparire plausibile su carta, ma in un contesto come quello casertano – dove il livello di civiltà stradale è già critico – rischia di trasformarsi in un’arma a doppio taglio.

E se ci scappasse il morto? È una domanda dura, ma necessaria. L’evento, purtroppo, non sarebbe da escludere. L’idea stessa di questa convivenza forzata – in assenza di regole, controlli e cultura della mobilità – rischia di essere una “stupidata pazzesca”, per usare in parte l’espressione resa celebre dal compianto Paolo Villaggio, nel film “Il secondo tragico Fantozzi”, quando il ragioniere si ribella alla visione obbligatoria del film sovietico La corazzata Potëmkin, definendolo appunto in quel modo: una critica grottesca, ma efficace, all’assurdo elevato a sistema.

E qui, purtroppo, di assurdo non c’è solo la tinta blu. C’è un’intera città da ripensare.