Per il secondo venerdì di maggio 2019, dopo quello del 3 u.s., gli alunni della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo Statale “Pietro Giannone” sita in Via Roma a Caserta, di cui è Dirigente Scolastico la dr.ssa Maria BIANCO, anche oggi, venerdì 10 maggio 2019, sono scesi in strada per sollevare l’attenzione sul cambiamento climatico nell’ambito del progetto: “Ambiente – Vita – Futuro”. Le insegnanti del plesso di Via Roma più impegnate ed attive sono: Stefania ZACCARIA, Giusy RAUCCI, Angela MORELLI, Mimma BOVE.
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Seguendo l’esempio di Greta Thunberg, la giovanissima attivista svedese che dal 20 agosto 2018 si è messa ogni venerdì in sciopero scolastico, seduta vicino al parlamento svedese, armata solo di cartelli, per sollevare l‘attenzione sul cambiamento climatico, anche le classi usciranno a turno dalla scuola per posizionarsi sul marciapiede alle ore 10:15 e rientrano in classe alle ore 10:30.
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La richiesta è comune: cambiare l’atteggiamento nei confronti del pianeta prima che sia troppo tardo e che il cambiamento climatico provochi danni irreperibili. La storia di Thunberg è stata ripresa da alcuni media locali e gradualmente ha superato i confini della Svezia, finendo su giornali e televisioni di mezzo mondo. Mese dopo mese, la sua protesta è diventata la fonte d’ispirazione per altri studenti, che in diversi paesi hanno iniziato a organizzare marce e manifestazioni sul clima, sempre di venerdì. Si stima che negli ultimi mesi ne siano state organizzate circa 300 in varie città del mondo, con la partecipazione di alcune decine di migliaia di studenti.
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“La nostra è una iniziativa” – affermano le docenti interessate – “che vuole agganciarsi a quella che a livello mondiale i giovani stanno attuando in sintonia, anche, con quanto avviato dalla giovanissima Greta Thunberg. L’obiettivo è porre in evidenza, anzi al primo posto, il problema ambientale, troppo “silenziato” dai media e dai potenti della Terra. Il problema ambientale” – hanno concluso – “è certamente tra i più gravi e urgenti, ne va della sopravvivenza del pianeta e, soprattutto, del genere umano. Si veda quel che sta succedendo in Antartide, in Amazzonia, negli oceani… l’elenco sarebbe molto lungo, purtroppo!”.