Strategie di Valorizzazione Territoriale: Il Riconoscimento UNESCO alla Cucina Italiana come Motore di Sviluppo Sostenibile. La Proposta di razionalizzazione del patrimonio agroalimentare italiano, con focus sulla viticoltura autoctona e le aree interne, in risposta al riconoscimento UNESCO della Cucina Italiana.
1. Premessa e Contesto Normativo
Il recente e auspicato riconoscimento della Cucina Italiana come Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO rappresenta una straordinaria opportunità strategica per il Paese. L’Italia si distingue già a livello globale per essere la nazione con il minor grado di omologazione agroalimentare, grazie a un meticoloso lavoro di recupero e valorizzazione di cultivar dimenticate (ortaggi, verdure, legumi, frutta).
Questa biodiversità unica costituisce la base identitaria sulla quale fondare le future politiche di sviluppo rurale sostenibile.
2. Il Patrimonio Vitivinicolo Autoctono: Il Caso della vite intera originale “Piede Franco”
In linea con la tutela della biodiversità vegetale, si propone di estendere tale logica al settore vitivinicolo. La viticoltura italiana possiede un patrimonio peculiare e quasi irreplicabile altrove: i vigneti autoctoni “a piede franco”.
Ecco la Definizione: Viti coltivate direttamente su radici proprie, senza l’innesto su portainnesti americani resistenti alla fillossera.
Valore: Rappresentano una testimonianza storica, genetica e qualitativa di inestimabile valore, sopravvissuta solo in nicchie eccezionalmente immuni al parassita (es. terreni sabbiosi, vulcanici).
Azione Proposta: Si auspica che questo specifico patrimonio vitivinicolo possa essere oggetto di un riconoscimento e una tutela specifici da parte dell’UNESCO, garantendone la conservazione e la valorizzazione come unicum mondiale.
3. La Cucina Italiana come Leva per lo Sviluppo delle Aree Interne
L’obiettivo strategico primario è utilizzare il riconoscimento UNESCO della Cucina Italiana come un eccellente traino socio-economico per il riscatto delle aree interne, dei piccoli borghi e delle comunità rurali.
Punti Chiave:
Aree Interne come Futuro Sostenibile: Si identifica nelle aree rurali il teatro principale dello sviluppo sostenibile del Paese nei prossimi dieci anni. La conservazione del paesaggio, delle tradizioni e delle pratiche agricole autoctone è fondamentale per un modello di crescita resiliente.
Valorizzazione Integrata: L’enogastronomia deve agire da catalizzatore per il turismo lento, la conservazione del territorio e la creazione di filiere corte e di qualità.
4. Strategie di Tutela e Prevenzione
Per capitalizzare appieno questo patrimonio è imperativo agire su due fronti:
Tutela e Riconoscimento: Promuovere a livello nazionale e internazionale i prodotti legati ai territori, come la viticoltura a piede franco e le cultivar autoctone.
Contrasto all’Italian Sounding: Rafforzare le misure di prevenzione e controllo per contrastare efficacemente il fenomeno dell'”italian sounding” (l’uso di nomi, marchi e immagini che evocano l’Italia per prodotti non italiani). La protezione dell’origine e della genuinità è cruciale per la credibilità del sistema Paese.
5. Conclusioni
Il futuro dell’Italia rurale dipende dalla nostra capacità di “giocarci bene le nostre carte”, trasformando la biodiversità agroalimentare e l’identità culinaria—ora riconosciute dall’UNESCO—in un vantaggio competitivo duraturo, capace di rivitalizzare i borghi e garantire un futuro davvero sostenibile al Belpaese.
Comunicato del dottor Salvatore Schiavone – responsabile ICQRF Campania e Molise e autore del libro “A tavola con l’arte culinaria al teatro e al cinema.”