La Storia
Yalda, parola presa in prestito dal siriano, significa “rinascita”. In persiano si chiama anche Shab-e Chellé ed è una festa antichissima, risalente a Zarathustra, vissuto secoli prima di Cristo. È una festa legata al culto mitraico.
Va specificato che il calendario persiano è di tipo astronomico.
Yalda è la notte del solstizio d’inverno: il giorno è il più corto dell’anno e la notte è la più lunga. Da oggi le giornate diventano a mano a mano più luminose: è il simbolo del bene che vince sul male (interessante notare la similitudine con Cristo, definito Luce del mondo).
La festa:
Molto prima dell’avvento dell’energia elettrica, questa festa era celebrata con fuoco e candele. La famiglia, allora come oggi, si riunisce per una serata familiare e comunitaria e un elemento che caratterizza tutta la cena è la presenza del melograno e dell’anguria, che viene conservata da agosto.
Il rosso, infatti, caratterizza il “dress code” di questo evento ed è un richiamo all’estate.
Ci si scambiano doni e si trascorre la notte a leggere poesie di Rumi e Hafez. Ad Hafez, in particolare, si attribuiscono proprietà divinatorie. Si estraggono rotoli dei suoi versi chiedendo, come a un oracolo, salute, matrimonio, etc., anche con intenti scherzosi. Si balla sulle note di bellissime melodie e, tradizionalmente, si attende l’alba tutti insieme.
In origine, la notte di Yalda era considerata un momento liminale, cioè riferito a una soglia: è da attraversare insieme in veglia, per proteggersi simbolicamente dalle forze dell’oscurità. La tradizione della lettura poetica e della condivisione notturna nasce proprio da questa visione antica: restare uniti fino all’alba come gesto di fiducia nel ritorno della luce. In un tempo segnato da divisioni e incertezze, Yalda diventa anche un invito a resistere alla notte, insieme.
La cena
La cena, come già brevemente detto prima, vede il trionfo del melograno, che decora tutti i piatti. Si comincia con frutta secca e si continua con zuppa di legumi, riso, carne e dolce finale.
L’evento
Il ristorante Soraya a Napoli è tra le pochissime realtà iraniane ed è certamente la prima (forse ancora l’unica) nel Sud Italia, da Roma in giù. La serata non è stata una semplice cena, ma molto di più: un tuffo nella cultura persiana.
Rozita Shoaei, la proprietaria, ha disposto lunghi tavoli proprio per far socializzare gli avventori. Spiega che Yalda è una notte di condivisione e socializzazione. L’intento di Rozita ha successo: nuove amicizie tra i presenti, iraniani e italiani.
Rozita ha spiegato brevemente la festa prima della cena e ha sottolineato come Soraya nasca proprio con l’idea di presentare la cultura persiana, non solo come cucina ma come incontro culturale.
La serata è scandita da danze orientali che coinvolgono i presenti in una piacevolissima atmosfera conviviale, mentre le pietanze sono caratterizzate da un vero trionfo di spezie dal curry all’aneto, passando per zafferano e coriandolo.
Assolutamente da provare il gelato al gelsomino e lo sciroppo al melograno, bevanda della serata insieme al tè persiano finale.
Rozita ha offerto ai presenti, a fine serata, dei talismani fatti a mano con messaggi di ringraziamento e di buon augurio.
Esperienza altamente consigliata per una serata immersiva in una cultura “così lontana, così vicina”, citando Wenders.