Il Gruppo di lavoro 31 agosto costituito da Ciro Costagliola, già Presidente Ordine Agronomi e Forestali, Presidente IRVAT, Giuseppe Altieri, segretario Nazionale de L’Altritalia ambiente, Nando Astarita, storico del territorio e fondatore del gruppo FB Reggiando, Francesco Canestrini, già Soprintendente ABAP Basilicata, Enrico Ferranti, già ufficio Giardini di Napoli, Fernando Fuschetti, già Coordinatore regionale del C.F.S., Carmine Gambardella, già Preside Facoltà di Architettura, Presidente Benecon, cattedra UNESCO, sigillo di merito Ministero della Ricerca, Salvatore Natale, architetto, conoscitore Reggia e Parco di Caserta, Matteo Palmisani, Delegato Lipu Caserta, Ottavio Pannone, già presidente dell’Ordine Avvocati, Cinzia Piccioni Ignorato, già ufficio Giardini di Napoli, Sergio Vellante, già Ordinario economia ed estimo rurale, referente Italia Nostra in ASviS, Raffaele Zito, Agenda 21 Carditello e Regi Lagni, si è posto l’obiettivo di tutelare il verde del Parco della Reggia che, con la Reggia di Caserta, è patrimonio dell’Umanità dal 1997. Realtà museale complessa per le sue notevoli dimensioni e per le peculiarità architettoniche e botaniche che richiedono figure professionalmente competenti sia nella gestione del palazzo che del vasto e complesso parco costituito da un’ampia componente botanica ed un delicato sistema idraulico con l’adduzione di acqua lungo i 36 km dell’acquedotto Carolino, che dalle sorgenti del Fizzo alimenta le cascate della via d’acqua progettate dal Vanvitelli.
Lo stato di degrado della via d’acqua è sotto gli occhi di tutti: cascate senza acqua, vasche con poca acqua senza il necessario ricambio, proliferazione di alghe autotrofe e sofferenza della fauna ittica, fossati e canali asciutti o con poca acqua stagnante, proliferazione di zanzare che, come è noto svolgono il ciclo biologico deponendo uova in acqua stagnante che in pochi giorni passando per le fasi di larva e pupa diventano adulte. Il gruppo ha segnalato la pericolosità in questo periodo anche per l’emergenza del virus West Nile che ha colpito sembrerebbe almeno 10000 persone in Italia con il decesso di 3 soggetti fragili solo in Campania. Il gruppo ha suggerito oltre che a controlli dei prelievi abusivi dall’acquedotto Carolino (su cui torneremo), la necessità di ripristinare l’impianto di riciclo di acqua, che venne realizzata dal sovrintendente Gianmarco Jacobitti, per sopperire già negli anni ’80 alla ridotta adduzione della portata idrica dovuta da una parte, al diminuito apporto dalle sorgenti del Fizzo, e dall’altra dalla captazione abusiva lungo l’acquedotto Carolino. La DG fa sapere che “dal mese di giugno la Reggia ha installato condutture provvisorie alimentate dalle vasche del Giardini inglese per riversare dall’alto la risorsa idrica direttamente nella fontana di Diana e Atteone”. Questo intervento tuttavia pare che non abbia sortito effetti migliorativi vista la situazione sempre fortemente critica delle acque delle vasche e dei fossati. Riattivare l’impianto di sollevamento dell’acqua realizzato da Jacobitti che cessò di funzionare negli anni ’90 e non più riparato benché più volte sollecitato il ripristino consentirà l’alimentazione della cascata e della via d’acqua permettendo l’ossigenazione della stessa utile sia per la fauna ittica delle vasche che per evitare la proliferazione di alghe.
