Sardegna ancora lontana: l’Italia resta divisa

Nonostante i progressi estivi, la Sardegna continua a vivere una distanza reale e percepita dal resto della Penisola. L’incontro con sei turisti sassaresi racconta meglio di ogni statistica un disagio che persiste.

Nonostante i progressi estivi, la Sardegna continua a vivere una distanza reale e percepita dal resto della Penisola. L’incontro in treno con sei turisti sassaresi diretti a Napoli, racconta meglio di ogni statistica un disagio che persiste.

Una regione lontana e maltrattata 

La Sardegna resta distante, non solo per il mare che la separa dalla penisola, ma per una carenza strutturale nei collegamenti. Il viaggio da e per l’isola si trasforma in un’impresa spesso complessa. Se ne parla troppo poco a livello nazionale, mentre le attenzioni si concentrano su opere come il Ponte sullo Stretto. Se non fosse però che tra la Calabria e la Sicilia esistono già soluzioni rapide e operative in meno di un’ora.

Collegamenti non all’altezza di una terra meravigliosa 

Al contrario, per i sardi ogni spostamento resta un salto nel vuoto logistico, in particolare fuori dalla stagione estiva. I traghetti e i voli, che aumentano d’estate per far fronte al turismo, durante il resto dell’anno si riducono drasticamente. L’effetto è quello di isolare di fatto una regione che, a tutti gli effetti, si ricorda è “parte dell’Italia”.

Le esperienze dei sei turisti 

«Nonostante il 2025, ci sentiamo ancora lontani. I voli scarseggiano, i prezzi sono alti e il mare resta una barriera», raccontano i sei amici sassaresi. Le loro parole risuonano così come un monito: l’integrazione piena della Sardegna passa necessariamente attraverso un serio piano di trasporti. Un progetto che sia non solo stagionale, ma stabile e che garantisca una continuità territoriale reale, non è più procrastinabile.

Se oggi si discute animatamente di collegare Calabria e Sicilia tramite un ponte, appare paradossale che non si riesca a colmare un divario ben più ampio con la Sardegna, dove l’insularità non è solo geografica, ma anche sociale ed economica.

Annullare questa distanza significa riconoscere che l’Italia è davvero una e indivisibile, non solo quando conviene ai progetti faraonici, ma ogni giorno, anche quando si tratta di un semplice tragitto verso casa.