L’avvocato Carlo Marino, in qualità di ex sindaco del capoluogo casertano, si preparerebbe a presentare ricorso al TAR del Lazio contro lo scioglimento del Consiglio comunale. Le forze del campo progressista PD, PSI, Caserta Decide e Speranza per Caserta, confermano però la netta discontinuità dicendo no al ricorso. La Città, intanto, è soffocata da disservizi, illegalità diffusa e abbandono civico.
La fine di un ciclo e il ricorso come rivincita personale?
Marino, che si è auto sospeso dal PD a fine aprile, sembrerebbe intenzionato a ricorrere contro il provvedimento di scioglimento del Consiglio comunale disposto dal Ministero dell’Interno. L’azione legale potrebbe essere formalizzata già nei prossimi giorni presso il TAR del Lazio. Ma, il contesto politico – che un tempo lo sosteneva – oggi prende le distanze in modo pressoché compatto, anche se diversi ex consiglieri della sua maggioranza avrebbero manifestato l’intenzione di sottoscrivere il ricorso.
Il fronte progressista si ricompatta: nessun sostegno all’ex sindaco
Il Partito Democratico di Caserta, rinnovato dalla leadership di Nicola Lombardi e dalla legittimazione congressuale del 17 maggio scorso, ha scelto la via della discontinuità. In coerenza con il progetto del campo largo promosso dalla sede centrale, il PD locale con riferimento all’ex consigliere Donisi non firmerà il ricorso. Ciò in continuità con quanto già espresso dalla commissaria regionale senatrice Camusso e dal commissario provinciale senatore Misiani.
L’intervista con il coordinatore cittadino di Caserta del PSI
Abbiamo sentito questa mattina telefonicamente il coordinatore cittadino del PSI Antonio De Falco a cui abbiamo posto qualche domanda:
D: È trapelata attraverso gli organi della stampa locale la posizione del PSI in merito all’orientamento degli ex consiglieri del suo partito di non firmare il ricorso che intenderebbe presentare l’oramai ex sindaco avvocato Marino: può confermare tale orientamento?
“Noi non firmiamo, andiamo avanti con progetti, adesioni e soprattutto con una visione lungimirante che tagli definitivamente con il passato”.
D: Un cambio di passo, dunque, rispetto all’entrata in maggioranza qualche mese prima dello scioglimento?
“Quando decidemmo di entrare in maggioranza lo abbiamo fatto con le idee chiare. Come condizione all’allora Sindaco Marino chiedemmo in primis l’azzeramento totale della Giunta. Una volta approdati in maggioranza abbiamo fatto squadra con il gruppo consiliare Caserta al Centro formando un gruppo di sei consiglieri”.
D: Ed ora vi mettete tutto alle spalle, giusto?
“Si, infatti. Per noi la vecchia consiliatura è un capitolo chiuso. Attenderemo l’esito del ricorso solo nella speranza che venga cancellato il marchio infamante dell’infiltrazione camorristica”.
D: Un’ultima domanda: quali sono le vostre politiche sociali per il futuro?
“Il PSI, come le dicevo, ha voltato pagina. Continueremo a lavorare come abbiamo sempre fatto ad un programma che metta al centro la città, i cittadini, gli anziani, i bambini e i commercianti”.
L’orientamento della sinistra civica
La sinistra civica, attraverso le sigle Caserta Decide e Speranza per Caserta, non ha aderito né ha espresso alcuna condivisione politica rispetto alla linea dell’ex sindaco. Il quadro è chiaro: nessuna ambiguità, nessuna nostalgia per un’esperienza amministrativa giudicata conclusa.
Città in stallo: tra caos urbano e crisi sistemica
Caserta, oggi, vive un disordine sistemico che va ben oltre la crisi politica. I segnali sono evidenti e quotidiani. Tra le innumerevoli criticità, ricordiamo: il Corpo della Polizia Municipale sottodimensionato, con circa quaranta agenti attivi, molti dei quali sarebbero non in condizione di poter essere operativi in strada e quindi di non poter vigilare in modo adeguato affinché le regole siano rispettate. Questo determina comportamenti di taluni cittadini a dir poco censurabili. I parcheggi selvaggi con auto in doppia fila sono un esempio. Ma non mancano i veicoli che invadono i marciapiedi, allargati già da qualche tempo in seguito ai lavori straordinari effettuati in alcune zone della Città, con due ruote sopra e due sotto il piano calpestabile. A questo si aggiunge l’altro uso improprio dei marciapiedi: nonostante la presenza di piste ciclabili in città, biciclette e monopattini elettrici circolano liberamente sui marciapiedi, esponendo i pedoni a rischi gravissimi.
Emergenza rifiuti e buche
In diversi quartieri periferici con punte nel Parco Michelangelo e nel Parco Primavera, i sacchetti abbandonati e non raccolti da decine di giorni ricordano l’emergenza del 2007-2008.
Via Ricciardi, in pieno centro, insieme alle tante altre buche più o meno visibili per tutto il capoluogo, è il simbolo del degrado con una voragine seppur ancora di piccole dimensioni al centro della carreggiata. Da questo “occhio sul sottosuolo” s’intravede addirittura la parte sottostante il manto stradale. Il rischio del cedimento di una parte importante di esso, non sembrerebbe remoto. La segnalazione alla Polizia Municipale è stata fatta, ma il potenziale pericolo parrebbe ignorato da oltre un mese.
Il commercio in serie difficoltà
Negozi storici costretti a chiudere ovunque con punte in via San Giovanni, via Mazzini e in altre zone centrali, sono una triste realtà causata anche dall’assenza di politiche di sostegno e rilancio che la passata amministrazione non ha saputo attuare.
Turismo, occasione perduta con la Reggia che resta isolata
La gestione turistica è stata fino ad oggi inesistente o inefficace. Nessuna sinergia strutturata del Comune con la Reggia e nessuna strategia integrata con gli operatori economici locali. Caserta ha perso una delle sue leve di crescita potenziali più evidenti, lasciando che la più grande attrazione del territorio di Terra di Lavoro restasse fuori da ogni disegno strategico comunale.
Qualità della vita: Caserta tra le ultime d’Italia
Il Sole 24 Ore, nella sua indagine 2023, colloca Caserta al 98° posto su 107 capoluoghi italiani per qualità della vita. Una posizione drammatica che certifica quanto il degrado sia stato amministrato e non solo subito. Ed ora i tre commissari, cosa metteranno in atto per contenere almeno i rischi che Caserta finisca all’ultimo posto, non solo nella classifica del quotidiano di Confindustria, ma anche in quella percepita dai cittadini? Al momento in Città nessuno conosce la risposta, tantomeno è in grado di proporre soluzioni che possano portare almeno ad un contenimento del problema.
Il senso della responsabilità: chiudere una stagione, non riscriverla
Il diritto alla difesa individuale, anche in sede amministrativa, è inviolabile. Ma non tutto ciò che è legittimo potrebbe essere opportuno. Il ricorso al TAR appare oggi un’iniziativa fine a se stessa, parrebbe, senza una base politica futura né una seria progettualità. Manca un piano per Caserta, manca un’idea di sostegno e d’amore. E, nel frattempo, la città continua ad affondare.
Il campo largo progressista ha fatto la sua scelta: non firmare quel passato, ma costruire un’alternativa vera. Con responsabilità, visione e coraggio.