Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha pubblicato ieri (ore italiane 4:46 di oggi) un post sul suo social Truth Social che sa di veleno e con un tono fortemente accusatorio. Trump in questo messaggio, che è stato già rilanciato oltre 1.710.000 volte e che ha ricevuto più di 5 milioni di like, ha allegato un video del programma The Ingraham Angle trasmesso da Fox News. Il contenuto è una nuova denuncia di presunti complotti contro di lui che sarebbero stati organizzati da Hillary Clinton e da George Soros.
Il testo originale del post
“What we now know for sure is not only was this a plan by Hillary Clinton, but this is also a plan of the Soros Society… the same people doing the same nonsense—from 2016 all the way up until the raid at Mar-a-Lago.”
Traduzione in italiano:
quello che ora sappiamo con certezza è che non solo si trattava di un piano di Hillary Clinton, ma anche di un piano della ‘Soros Society’… le stesse persone che hanno fatto le medesime sciocchezze dal 2016 fino al blitz a Mar-a-Lago.
Le parole di Nunes nel video rilanciato da Trump
Nel video trasmesso su Fox News interviene Devin Nunes, ex deputato repubblicano e fedelissimo di Trump. L’intervista, condotta da Laura Ingraham, si concentra su una presunta email che sarebbe stata nascosta al Congresso americano.
Ecco i passaggi principali, tradotti in italiano
Sapevamo cosa stava accadendo e perché. Ma quell’email non ci fu mai consegnata. Era contro la legge. Hanno trattenuto prove. Hanno ingannato il Congresso. Questo ha rovinato la presidenza di Trump. Flynn, Caputo, Roger Stone: quante vite distrutte da queste menzogne. E oggi vediamo gli effetti. Anche il conflitto tra Russia e Ucraina ha radici in quella follia. I Democratici hanno fatto il gioco di Putin. Ora sappiamo che era tutto un piano, non solo di Hillary Clinton, ma anche della “Soros Society”. Il gruppo legale guidato da Pam Bondi e Kash Patel deve indagare a fondo. Le stesse persone hanno fatto le stesse cose dal 2016 fino al blitz a Mar-a-Lago.
Prove, o solo retorica politica?
Nessuna inchiesta giudiziaria ha però dimostrato l’esistenza di un piano che sarebbe stato ordito da Hillary Clinton o da George Soros ai danni del Presidente USA. Il Durham Report (*) del 2023 pur avendo criticato alcune prassi dell’FBI, non ha individuato complotti o cospirazioni. Nessun documento ufficiale collega Soros al sequestro dei documenti riservati a Mar-a-Lago. Ricordiamo che quel blitz fu autorizzato da un giudice federale, su richiesta del Dipartimento di Giustizia americano.
(*) Durham Report
È il risultato di un’indagine condotta dal procuratore speciale John Durham, che fu nominato per esaminare le origini dell’inchiesta dell’FBI sul cosiddetto “Russiagate” – ovvero i presunti legami tra la campagna elettorale di Donald Trump nel 2016 e il governo russo. L’FBI aprì l’inchiesta Crossfire Hurricane nel 2016 per indagare su possibili interferenze russe nelle elezioni americane e su eventuali contatti tra Mosca e membri della campagna di Trump. L’inchiesta portò anche alla nomina del procuratore speciale Robert Mueller, che nel 2019 concluse che la Russia interferì davvero nelle elezioni, ma non trovò prove sufficienti per accusare Trump o i suoi collaboratori di cospirazione.
Il linguaggio del sospetto tra nemici e slogan
Va precisato che frasi come “Soros Society” e “strike force” non sono termini tecnici, ma sicuramente slogan politici. Creano suggestione e hanno il potere di costruire nemici. Ed è ciò che serve a Trump: un linguaggio che ha il potere di dividere l’opinione pubblica e di rafforzare le convinzioni complottistiche della sua base elettorale.
Accuse fondate o solo propaganda?
Trump ha rilanciato un’accusa pesante che sembrerebbe essere senza prove. La presunta trama che lega Clinton, Soros e il raid di Mar-a-Lago non avrebbe un fondamento oggettivo, ma sarebbe utile sul piano mediatico per una narrazione ideologica, un altro tassello della lunga battaglia comunicativa contro i suoi avversari politici.