A proposito del potente Funzionario del Comune di Caserta che minaccia lo sfratto al Centro “..Noi…Voci di Donne”

A Caserta è iniziata la campagna elettorale per le amministrative 2016. Si respira nell’aria , si evince dalle dichiarazioni dei politici, si deduce dalle affermazioni dei potentissimi dirigenti comunali. A chiara dimostrazione di quanto si afferma da tempo: e cioè che il vero potere politico, a Palazzo Castropignano, è gestito dai Dirigenti. Secondo indiscrezioni , un potente funzionario del Comune di Caserta avrebbe rilasciato dichiarazioni al vetriolo contro il Centro Antiviolenza ” Noi..Voci di Donne” gestito da Pina Farina con Daniela Monfreda e Rossana Parente. Tra le ragioni assunte da questo funzionario, che criticava l’operato del Centro, sembra, che vi fosse anche la decisione dell’amministrazione Del Gaudio di concedere, circa due anni fa, al gruppo guidato da Pina Farina una nuova e confortevole sede presso la ex Caserma Sacchi nel borgo di Falciano, al posto di quella fatiscente in via Sant’Antida occupata per anni dai volontari del Centro. All’epoca, per avere la concessione della nuova sede, Pina Farina dovette combattere molto. La sede del Centro è allocata a fianco alla sede dell’assessorato delle politiche sociali, che , con Enzo Ferraro, cercava gruppi associativi disposti ad essere plasmati dal suo potere. Sta di fatto che Pina Farina riusci’ ad ottenere la nuova sede continuando e rafforzando l’attività che la vede impegnata sull’intero territorio della provincia di Caserta per combattere la violenza di genere. Il Centro, innanzi tutto,che si avvale a titolo gratuito di figure professionali ben definite, come psicologi, criminologi, avvocati, assistenti sociali, offre uno sportello d’ascolto per le vittime di violenza aperto all’intero territorio casertano. Il Centro ha stilato un protocollo d’intesa con la Questura di Caserta e con la Procura della Repubblica di Santa Maria C.V. con cui collabora istituzionalmente per prevenire tutti i casi di violenza di genere . Analogo protocollo di intesa è stato siglato tra “Noi..Voci di Donne ” e Anps di Caserta-Associazione Nazionale Polizia di Stato. Il Centro, altresi’, nel suo percorso di tutela della condizione femminile, ha proceduto alla formazione di figure professionali qualificate nel settore, a visite gratuite oncologiche a favore delle donne, e a scambi culturali con paesi dell’Unione Europea per un confronto professionale e culturale in materia di pari opportunità femminile. Senza dimenticare che il Centro ha direttamente collaborato con le Forze dell’Ordine per la risoluzione dei casi relativi alla scomparsa di Katia Tondi e di Pasqualino Porfidia. Nonostante cio’, il potente Funzionario di Palazzo Castropignano sembra che dica in giro di essere intenzionato a togliere la sede presso l’ex Caserma Sacchi al Centro “Noi..Voci di Donne”. Sono in molti a ritenere che questa possa essere la ” solita estorsione elettorale”, del tipo: ” se mi garantisci un pacchetto di voti alle amministrative ti lascio la sede; altrimenti traslochi e al tuo posto viene qualcuno che mi sostiene politicamente”. A questo punto, vorremmo ricordare al potente Funzionario di Palazzo Castropignano che la destinazione del Palazzo del Vescovo -ex Caserma Sacchi di Falciano non dovrebbe essere quella delle ” Attività Produttive” a cui l’ha relegata il Comune di Caserta. Per questo sito rinascimentale il COmune di Caserta, di cui fa parte il potente Funzionario, non ha adottato alcuna misura di tutela del patrimonio architettonico previsto dalla normativa. Il Funzionario minaccia di cacciare dalla ex Caserma Sacchi il Centro di Pina Farina dimenticando che il Palazzo avrebbe dovuto essere inserito nei parametri normativi dei Musei.Nel 2005 la Soprintendenza ha inviato al Comune di Caserta una scheda per procedere ad un monitoraggio relativo alle opere d’arte e agli affreschi presenti nel complesso di Falciano. Non solo Palazzo Castropignano non ha provveduto a inventariare le opere d’arte presenti nel sito, ma , ora che sono scomparse, il sito è stato trasformato in sede di uffici. Ma non è tutto ! L’Unione Europea aveva destinato , per questo complesso architettonico , dei fondi finalizzati promuoverne le attività culturali: di questi fondi non si ha alcuna notizia. Ci chiediamo, caro potente Funzionario di Palazzo Castropignano: alla luce di quanto è accaduto, chi ha sbagliato a svolgere il proprio lavoro, il Centro ” Noi..Voci di Donne” o il Comune di Caserta?