Napoli – Inter 0 a 1 la Supercoppa la decide l’arbitro.

I nerazzurri, favoriti sulla carta, andavano a caccia della loro ottava Supercoppa, il Napoli a quota 2 cercava il tris

Napoli – Inter 0 a 1 la Supercoppa la decide l’arbitro.

I nerazzurri, favoriti sulla carta, andavano a caccia della loro ottava Supercoppa, il Napoli a quota 2 cercava il tris

Marcatori: 46′ st Lautaro (I)

Come in una nemesi scritta forse da una divinità che ama i paradossi, la supercoppa italiana finisce in maniera disonesta proprio nel giorno in cui muore l’icona della serietà e onestà della storia del calcio italiano, vince l’Inter, la società da un miliardo di debiti nel giorno dell’abbandono della vita terrena del grande, inimitabile Gigi Riva al secolo Rombo di Tuono.

A scanso di equivoci diciamo subito che l’espulsione del Cholito ci sta tutta, come ci sarebbe stata e non è andata così, l’espulsione di Çalhanoğlu, per l’entrate assassine su Lobotka e su Kvaratskhelia, ma il metro di giudizio dell’arbitro non è stato di certo equo, ma questa rimane una vecchia, lunga, triste storia, che è vecchia come il mondo, fin dai giorni in cui Mazzola e Facchetti in quel lontano 1971, entrarono nello spogliatoio dell’allora direttore di gara signor Gonella, al punto che al rientro in campo, quest’ultimo fischiò un rigore inesistente per i nerazzurri. Questa è la storia di chi in una patria matrigna è considerato colonia, nulla di nuovo sul fronte occidentale.

La decide l’arbitro, come a Pechino, quando improvvisamente Mazzoleni scoprì di conoscere il macedone, la decide il signor Rapuano, arbitro scarso e servile, uno dei peggiori arbitri della nuova generazione, che però farà strada come tutti quelli che rendono buoni servigi al calcio dei padroni.

I nerazzurri, favoriti sulla carta, andavano a caccia della loro ottava Supercoppa, il Napoli a quota 2 cercava il tris.

La vince l’Inter grazie a un arbitraggio indecente, che la dice lunga sullo stato del calcio italiano.

Il Napoli cade al 91′, a un passo dai rigori. Cade dopo un’ardua resistenza iniziata appunto dopo che i partenopei sono  rimasto in dieci dall’ora di gioco, per il doppio giallo di Giovanni Simeone .

Certo vista la gara dei nerazzurri in semifinale contro la Lazio si pensava a una passeggiata per i lombardi, che invece si sono ritrovati a competere con una squadra rivitalizzata, compatta, unita, nonostante le numerose, importanti assenze.

Mazzarri ha invertito la rotta, dopo la lezione di tattica inferta a Italiano, ha dato modo al resto dei suoi colleghi di come affrontare l’Inter, oggi considerata la squadra più forte di tutti, almeno in Italia; una cosa è certa però d’ora in avanti tutti dovranno fare i conti con una squadra che pare essere tornata dagli inferi, da dove si era posta. Certo manca la spettacolarizzazione di cui il mondo ha goduto nel vedere giocare il Napoli in questi anni, ma la rinascita sembra davvero vicina a portata di mano, arbitri permettendo.

ottime le prove di Di Lorenzo, Zerbin, Lobotka, Gollini e Cajuste, nel complesso forse l’unica nota stonata è stata la gara di Politano..

Per gli azzurri si torna da Riyadh a mani vuote, ma d ‘altronde in un calcio dove si è colonia è normale accadano certe schifezze. Onore e merito a Mazzarri e ai suoi