Il mercato del lavoro ancora oggi penalizza le donne in termini di occupazione, retribuzione e opportunità imprenditoriali. Il legislatore ha introdotto – o confermato – per rimediare diverse misure di sostegno economico e fiscale. Tuttavia, molte di queste agevolazioni rimangono poco conosciute o sottoutilizzate, sia dalle dirette interessate che dai potenziali datori di lavoro.
Questo è il primo di una serie d’articoli a sostegno dell’informazione che riguarda il mondo del lavoro con focus su quello femminile.
Assumere donne conviene: l’esonero totale dei contributi
Il Decreto Coesione 2025 ha previsto un bonus assunzione dedicato a tutte le donne, indipendentemente dall’età. L’incentivo consiste in un’esenzione totale dal versamento dei contributi previdenziali per le aziende che assumono donne con contratto a tempo indeterminato.
Il tetto massimo dell’agevolazione è fissato a 650 euro al mese per 24 mesi. Una misura pensata per favorire l’inserimento stabile delle donne nel mondo del lavoro, ma che – a causa della scarsa comunicazione istituzionale – rischia di restare inutilizzata in molti contesti, soprattutto nel Mezzogiorno.
Madri lavoratrici: più soldi in busta paga
Un’altra misura interessante è il bonus mamme lavoratrici, dedicato alle donne con almeno tre figli a carico. In questo caso, il beneficio è personale e si traduce in un esonero del 100% dei contributi previdenziali a carico della lavoratrice, con un aumento dello stipendio che può arrivare fino a 3.000 euro l’anno.
L’esonero è valido fino al compimento del 18° anno di età del figlio più piccolo e si applica alle lavoratrici dipendenti del settore pubblico e privato.
Mamme senza contratto? C’è l’assegno di maternità
Per le donne che non hanno un impiego stabile, o lavorano in forma occasionale o irregolare, lo Stato prevede un assegno di maternità. È un sussidio che può essere richiesto entro sei mesi dalla nascita del bambino (o dall’ingresso del minore in famiglia tramite adozione o affidamento), a patto di avere almeno un contributo previdenziale versato.
Una misura di civiltà pensata per non lasciare indietro chi, per varie ragioni, non può accedere alla maternità obbligatoria retribuita.
Incentivi per chi fa impresa: dal fondo al prestito agevolato
Due sono gli strumenti principali per sostenere le donne imprenditrici:
Il Fondo Impresa Femminile, promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, offre contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati per avviare o potenziare un’attività economica femminile. Le percentuali di copertura variano in base all’anzianità dell’impresa e all’entità del progetto.
La misura ON – Oltre Nuove imprese a tasso zero, aperta a donne di tutte le età, consente di ottenere finanziamenti fino al 90% delle spese ammissibili. I fondi possono essere usati per acquistare beni, attrezzature, servizi di consulenza e coprire le prime spese di gestione.
Informarsi per scegliere
Queste misure rappresentano opportunità concrete, ma spesso finiscono ignorate per scarsa informazione, difficoltà burocratiche o sfiducia nel sistema. Per questo, è fondamentale il ruolo delle istituzioni locali, delle associazioni e anche dei media: aiutare le donne a conoscere e sfruttare ciò che è già disponibile.
Perché l’autonomia economica non è solo una questione personale: è una sfida sociale, che riguarda il futuro dell’intero Paese.