EUROPA – Sanzioni UE, il ruolo delle banche cinesi e la chiave nascosta dello SWIFT

Bruxelles sanziona per la prima volta istituti finanziari cinesi per il loro ruolo nell’elusione delle restrizioni internazionali contro Mosca.

L’Unione Europea ha varato un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Tra le novità più rilevanti c’è l’inserimento, per la prima volta, di istituti finanziari cinesi nell’elenco delle entità colpite. Una mossa che ha fatto irritare Pechino e che nasconde, dietro le sigle tecniche, meccanismi molto concreti di aggiramento delle regole.

Le banche ai confini della legalità

Due piccoli istituti di credito rurale cinesi, la Suifenhe Rural Commercial Bank e la Heihe Rural Commercial Bank, sono finiti sotto osservazione. Si trovano nella Cina nordorientale, a pochi chilometri dalla frontiera russa. Secondo Bruxelles, queste banche avrebbero facilitato transazioni per conto di aziende russe, eludendo di fatto le restrizioni internazionali.

La tecnica è relativamente semplice: un’azienda cinese potrebbe acquistare legalmente beni tecnologici dall’Europa (come microchip), per poi rivenderli in modo indiretto a soggetti russi.

Il pagamento? Passerebbe attraverso istituti periferici come quelli citati, non direttamente collegati al circuito finanziario occidentale. Così la Russia potrebbe ottenere tecnologie strategiche senza apparire ufficialmente tra i destinatari.

Questo è solo un esempio di ciò che l’UE potrebbe aver scoperto sui due Istituti di credito russi. Serve unicamente per far meglio comprendere quali potrebbero essere le doglianze della UE.

Cos’è il sistema SWIFT e perché è importante

Riteniamo utile chiarire cosa sia SWIFT e quale sia la sua funzione.

SWIFT, acronimo di Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication, è una rete mondiale usata dalle banche per scambiarsi messaggi relativi a bonifici e trasferimenti internazionali. È come una sorta di posta certificata, estremamente sicura e standardizzata che non trasferisce direttamente denaro, ma invia le istruzioni per farlo.

Quando un italiano invia soldi in Giappone, ad esempio, la banca italiana comunica con quella giapponese tramite un messaggio SWIFT. Questo messaggio contiene tutte le informazioni necessarie: IBAN, importo, causale, valute coinvolte. Una volta ricevuto, la banca destinataria esegue il trasferimento.

Escludere una banca dal circuito SWIFT significa tagliarla fuori dal mondo, perché non può più comunicare in modo sicuro con l’estero. È per questo che le sanzioni che colpiscono l’accesso a SWIFT sono considerate tra le più gravi. Ed è proprio quello che ha fatto l’UE.

Quando il pagamento viaggia per altre strade

Proprio per evitare il blocco dei pagamenti, molte transazioni tra Russia e Cina sembrerebbe che si spostino su circuiti alternativi. Alcune banche cinesi, in particolare quelle più piccole e meno controllate, userebbero sistemi locali.  Oppure opererebbero in yuan e rubli, bypassando in questo modo l’uso del dollaro o dell’euro. Questo rende più difficile il tracciamento e l’eventuale intervento delle autorità occidentali.

Secondo l’UE, alcune di queste banche non sarebbero nuove a questo tipo di operazioni, e ciò ha giustificato la loro inclusione nelle sanzioni. Pechino ha reagito con durezza, definendo le misure errate e contrarie agli accordi tra Cina e Unione Europea.

Una tensione da monitorare

La decisione di Bruxelles è simbolicamente forte, ma operativamente limitata: le banche coinvolte sembrerebbero non essere giganti della finanza. Tuttavia, il messaggio della UE risulta essere chiaro: anche le entità indirette che aiutano la Russia a evadere le sanzioni sono chiamate a rispondere.

Il rischio di queste sanzioni potrebbe portare all’inasprimento delle relazioni tra Europa e Cina, con possibili ripercussioni economiche anche per l’Italia che esporta molto verso Pechino.

Le sanzioni, dunque. non sono mai solo strumenti di pressione: sono anche cartine di tornasole delle alleanze e delle tensioni internazionali.