Anche quest’anno la città di Salerno è protagonista con il festival Linea D’Ombra. Il Direttore Peppe D’Antonio, insieme al suo eccezionale staff, ci ha proposto un viaggio attraverso il cinema emergente contemporaneo e le arti audiovisive. Un programma trasversale che ha coinvolto artisti, cineasti, autori di opere librarie in un evento diffuso in tutto il centro storico salernitano. Il tema di quest’anno è “Diritti/Right – forza” proprio per sintonizzarsi alle esigenze del momento storico complesso che l’intera umanità sta attraversando. Vengono messi in risalto i diritti umani, le esigenze che sono collegate ad essi, la sete di conoscenza, la possibilità di superare gli ostacoli che impediscono di essere “uniti nelle diversità” e di nutrirci di bellezza. Un festival che con questa attenzione ai diritti umani ci indica la strada della resilienza, della determinazione, del rispetto e della tolleranza verso il prossimo, forse perché abbiamo smarrito un po’ “la retta via”. L’importanza della manifestazione e l’impatto sociale che essa ne produce è notevole e ben estrinseca un duplice risvolto, quello della sensibilizzazione alla pace, alla conoscenza e all’accesso alla cultura per incrementare questo risultato e quello della amplificazione della formazione per l’arricchimento professionale sempre nel perimetro dell’Agenda 2030. Una kermesse trampolino che da un trentennio lascia spazio ad operazioni virtuose, un vivaio di talenti, continuamente alimentato dalle partnership con le realtà formative ed imprenditoriali più influenti del territorio. Ormai diventato un hardware del territorio stesso che si configura come “Dispositivo di crescita” e driver di sviluppo. Il quid che fornisce unicità a questa manifestazione è l’accesso all’inedito. Una selezione dedicata infatti solo alle opere prime e seconde su tematiche che raccontano la continua trasformazione e il cambiamento degli eventi sociali fornendo varie letture dello scenario futuro. Proprio per quanto appena affermato poco fa molto sono presenti in programma i lavori audiovisivi e il contributo dell’AI su di essi. Stesso discorso è applicato agli altri prodotti dell’industria culturale e creativa, libri, musica, arti visive e formazione. Fin dal 1996, il SalernoFilmFestival, con la collaborazione di Comune di Salerno e Giffoni Film Festival, è impegnato nella produzione di questo evento dal sapore giovanile e con una programmazione densa di contenuti innovativi. Il progetto, voluto da Claudio Gubitosi e approvato dal Consiglio di Amministrazione dell’Ente Autonomo Giffoni Film Festival, è realizzato da Peppe D’Antonio, già vice-direttore artistico del Gff e direttore artistico di Linea d’Ombra. Nei giorni dall’ 8 al 15 Novembre si sono presentati vari prodotti audiovisivi, in tre binari differenti, Passaggi d’Europa_30, con sei lungometraggi, opere prime o seconde, di autori europei, CortoEuropa_30, con 21 cortometraggi prodotti in Europa negli ultimi due anni e UNIFEST, in collaborazione con l’Università degli Studi di Salerno, con 10 cortometraggi realizzati da studenti universitari di tutto il mondo e presentati nella sezione dedicata. Un’attenzione importante è riservata alla formazione sempre in linea con il tema del “diritto al sapere”. L’idea innovativa è la Media Education Factory (MEF), che racchiude Percorsi dello sguardo, con matinée di cinema riservate alle scuole sempre sul tema analogo.

L’Ora dei Diritti, con dibattiti e testimonianze con giornalisti, docenti e operatori della scuola. Le Masterclass_30 dedicate a recitazione, fumetto e regia. Il LabDoc_30, laboratorio per lo sviluppo di un documentario sulla storia e la vita del Porto di Salerno. Le UniClass, una masterclass e un workshop della sezione UNIFEST dedicati al diritto alla lettura e all’audiovisivo e all’idea di società. Infine un corso di aggiornamento sui temi delle Pari Opportunità organizzato con l’Ordine dei Giornalisti della Campania e Federscherma, nella sezione MEF Off. Di quest’anno le novità, LdO_BOOK con esperienze editoriali liminali legate al mondo dell’audiovisivo, gli Eventi Speciali con convegni con Cinecittà e Nexsoft, oraganizzati per indagare il ruolo dell’intelligenza artificiale nel cinema, installazione audiovisive multicanali e performance audiovisive site-specific per festeggiare i trent’anni del festival. Tra gli ospiti del Festival Samuele Carrino, Carlotta Gamba, Aurora Giovinazzo, Ludovica Nasti e Beatrice Puccilli, Gabriele Bojano, Donato Carrisi, Antonello Matarazzo, Bruno Di Marino, Daniele Luchetti, Tommaso Siani, Angela Albarano, Loris Lai, Alfonso Amendola, Alfredo Pio Di Tore, Angela Albarano, Giso Amendola, Bruno Dorella, Milena Mancini, Dennis Gansel, Marcello Ravveduto, Steve Gunn, Stan Brakhage, Roberto Recchioni, Ida Lenza, Roberto Policastro, Vincenzo Marra, Oren Ambarchi, Manlio Castagna, Stefano Valva, Federica Avagliano, Andrea De Rosa, Mirella Paolillo e tanti altri. In particolare vogliamo riporre lo sguardo sul talk “Il cinema tra processi educativi e culture indisciplinate con Alfonso Amendola e Alfredo Pio Di Tore, autori del volume Sul cambiare il mondo! Una lettura metadisciplinare di Guy Ernest Debord (Orthotes, 2025). Una sala strapiena quella del Piccolo Teatro Porta Catena dove i due Guru della sociologia e della comunicazione hanno parlato alla platea del grande Guy Ernest Debord. Un visionario e “cattivo maestro” del pensiero radicale ha svelato con sorprendente anticipo la logica dello spettacolo che oggi plasma algoritmi, social network e realtà aumentata. Riferimenti ad Adorno, Horkheimer e ad Edgar Morin rispetto alle nuove evoluzioni dei media e delle innovazioni dei servizi di comunicazione, dalla fine del secolo breve alla società più contemporanea.

Anche un’analisi dei fonomeni audiovisivi che raccontano l’indisciplina di alcuni generi culturali, in citazione sicuramente la cultura del punk e le sue declinazioni. In chiusura la proiezione di un corto, di Gerardo La Torre, dal titolo “Sentendo che il Campo di Battaglia. Il Corpo come Spazio di Resistenza e Contro-Norma”. Il regista in quest’opera ci mostra tutta l’irruenza e l’organizzata sregolatezza della cultura del punk dando uno sguardo surrealista “Bonũeliano” al prodotto filmico. Siamo pronti alla prossima edizione, in attesa di una nuova “lettura” del panorama cinematografico emergente.