Sdegno in chiesa. Candidato prende la parola durante la Messa

Marcianise, durante la messa domenicale nella chiesa di San Simeone Profeta, si è verificato un episodio che ha lasciato molti fedeli sconcertati. Nel pieno della celebrazione, la consigliera regionale uscente Maria Luigia Iodice è intervenuta dall’altare come candidata alle prossime regionali, con il consenso del parroco. Un gesto che ha trasformato un momento religioso in una scena politica, sollevando un malcontento diffuso.

L’altare è un luogo sacro, non una passerella elettorale. L’idea che uno spazio dedicato alla preghiera venga utilizzato per finalità di visibilità pubblica ha indignato molti presenti, che parlano di una profonda mancanza di rispetto verso la comunità e verso il significato stesso della liturgia. Il rischio è evidente: quando fede e politica vengono confuse, si smarrisce il confine tra servizio e propaganda.

Non è la prima volta che in questa parrocchia si registrano episodi percepiti come ambigui. In passato, eventi a carattere politico sono stati presentati come iniziative sociali, alimentando un clima di confusione tra ruoli, funzioni e responsabilità. A questo si aggiunge una contraddizione notata da diversi cittadini: lo stesso gruppo politico che oggi parla ai fedeli ha più volte disertato consigli comunali e riunioni cruciali per opere pubbliche e progetti sociali. Una distanza tra parole e comportamenti che lascia perplessa una parte della cittadinanza.

Molti fedeli, all’uscita della messa, hanno espresso la propria delusione, chiedendo alla diocesi maggiore fermezza nel tutelare la neutralità degli spazi religiosi: «Vorremmo che la Chiesa rimanesse un luogo per tutti, non uno strumento di visibilità per qualcuno». Un appello rivolto direttamente al Vescovo di Caserta, affinché venga ristabilita una netta separazione tra funzione pastorale e dinamiche di consenso.

Le immagini diffuse sui social, che mostrano la scena dell’intervento dall’altare, hanno moltiplicato le reazioni di cittadini e candidati che chiedono chiarimenti e regole più rigide per evitare che questi episodi si ripetano.

Ciò che è avvenuto a San Simeone non è un dettaglio di colore: è il simbolo di un limite superato. Quando una celebrazione religiosa viene percepita come un comizio, si incrina la fiducia non solo nella politica, ma anche nelle istituzioni ecclesiali. Marcianise ha bisogno di trasparenza, sobrietà e rispetto delle regole. In un momento in cui la comunità attende risposte concrete, la sovrapposizione tra rito sacro e propaganda appare come una ferita aperta che merita attenzione e una riflessione collettiva.