I Carabinieri dei Nucleo Investigativo di Napoli hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere 19 posizioni, di cui 5 già detenuti per altra causa tra cui il capo clan e degli arresti domiciliari (2 posizioni), emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli, Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 21 soggetti gravemente indiziati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsioni, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, ricettazione ed evasione, reati aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.
Le complesse ed articolate indagini sviluppate, tra il 2022 e il 2023, dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Napoli, anche mediante massive attività tecniche e coordinate dalla DDA di Napoli hanno consentito di:
– documentare la perdurante operatività del clan “Licciardi” e dei gruppi criminali ad esso associati, facenti parte del potente cartello camorristico denominato “Alleanza di Secondigliano”, storicamente attivo ed egemone nella parte settentrionale di Napoli e nella provincia partenopea;
– delineare l’organigramma e i ruoli dei singoli associati;
– riscontrare la commissione di diverse condotte estorsive in danno di commercianti, di soggetti dediti alle truffe informatiche, nei cui confronti il clan ha rivendicato parte dei proventi illeciti, e di un’occupante abusiva di un alloggio popolare, costretta a versare 16mila euro per continuare ad abitare nella casa;
– acclarare che gli indagati, mediante la forza intimidatrice derivante dall’appartenenza al sodalizio, si sono più volte adoperati a recuperare illecitamente i crediti di terzi soggetti, su richiesta di quest’ultimi, che talvolta sono risultati estranei ai circuiti criminali.
Per cui dalla conferenza stampa convocata in Procura è emerso che gli indagati rispondono di associazione, estorsioni, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, ricettazione ed evasione. Preso anche il reggente Abbatiello.
Durante la conferenza stampa il procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri ha dichiarato: “le mafie storiche hanno una base e un territorio di riferimento. Anche i Licciardi li hanno e in quell’area i cittadini normali sono ospiti. La gestione delle case popolari è soprattutto una questione di potere”. Il clan avrebbe favorito in particolare cinque famiglie affinché entrassero in determinati appartamenti. “Ciò che conta non sono i soldi in sé, ma il controllo del territorio che serve per creare pacchetti di voti per le elezioni” – il ragionamento del procuratore Gratteri.