“La questione del Parco Saraceno, rappresenta un’ evidente dimostrazione di ingiustizia sociale, per questo va combattuta”. Queste le parole di Anna De Vita , Vice Presidente dell’Associazione “Res CastelVolturno “, da tempo impegnata nella battaglia a difesa degli abitanti di Parco Saraceno all’interno di Villaggio Coppola a CastelVolturno.
“Questo Parco, costruito all’interno del Villaggio Coppola – dice Anna De Vita- nasce come complesso residenziale realizzato in gran parte in modo abusivo, anche se alcuni anni fa è stato “graziato” da una transazione, con la quale lo Stato è sceso a patti con i responsabili degli abusi. Era impensabile, si diceva, abbattere un intero villaggio, le cui case appartenevano ormai in gran parte a privati cittadini, che non si sa come, avevano potuto negli anni stipulare contratti di compravendita, nonostante i tanti vincoli che su questi immobili gravavano. In questo accordo, erano previsti numerosi interventi a carico del privato, tra i quali, l’abbattimento di gran parte del Parco Saraceno, che i Coppola avrebbero dovuto effettuare entro un certo periodo temporale. Questo non è avvenuto, così come tanti altri interventi previsti non sono stati effettuati, in barba a qualsiasi accordo o transazione, (vedi ristrutturazione della scuola elementare di Pinetamare, vedi collaudo della Statale Domitiana etc. etc.), eppure pare non vi sia stata nessuna sanzione, nessun intervento forzato, nessun atto di intimazione da parte dello Stato, della Regione o del Comune”. ” In questo lasso di tempo – continua Anna De Vita- il parco Saraceno è rimasto quasi completamente disabitato, incustodito, in poche parole abbandonato dagli intraprendenti costruttori, i quali hanno creato un danno anche ai piccoli proprietari, che in quel parco abusivo credevano di aver comprato un bene durevole. Pertanto, chi si trovava a corto di risorse economiche e con problemi abitativi, ha occupato queste case, che sembravano non interessare più nessuno. A molti di loro , in questi quindici anni, è stata concessa la residenza, sono stati iscritti nelle liste elettorali, ricevevano e ricevono le cartelle esattoriali. All’improvviso però, essendosi prospettata l’eventualità dell’avvio dei lavori per la costruzione del porto, (altro enigma ancora irrisolto, in quanto l’inizio lavori doveva avviarsi cinque anni fa), si è concentrata l’attenzione sul Parco Saraceno, che rientra in una serie di interventi per la realizzazione del porto stesso. Ed è a questo punto, che l’Amministrazione comunale, si è preoccupata dell’incolumità dei residenti il Parco, della loro legittimità ad occupare o meno quegli immobili, dello stato igienico sanitario dei luoghi. A questo punto il Comune emette un’ordinanza sindacale, nella quale, tra le altre cose si legge: “ VISTA la nota trasmessa da Mirabella Mare S.p.a., acquisita al Protocollo in data 24.03.2015 al n. 15659 nella quale, con riferimento all’ordinanza n. 20/2015, viene riportata l’effettiva consistenza immobiliare del Parco Saraceno di cui la Società medesima è proprietaria; CONSIDERATA l’impossibilità per i proprietari di effettuare gli interventi richiesti con la citata ordinanza, anche a causa dell’occupazione abusiva di numerose unità immobiliari, i cui occupanti impediscono l’accesso e conseguentemente la possibilità di valutare ed effettuare gli interventi necessari alla messa in sicurezza”.
Ma com’ è possibile che l’Amministrazione Comunale intimi ai proprietari di mettere in sicurezza gli immobili, se il Parco Saraceno è privo, dalla sua realizzazione, dell’ agibilità, requisito primario per effettuare qualsiasi intervento edilizio, che dovrebbe chiaramente essere concesso dal Comune?
Per quale motivo è intervenuta l’Amministrazione Comunale in un caso di occupazione abusiva di immobili privati, quando a Castel Volturno vi sono tanti proprietari, soprattutto in località come Bagnara e Destra Volturno, che hanno denunciato più volte l’occupazione, in taluni casi di interi stabili, senza ottenere alcun intervento, pur essendo questi immobili in condizioni di fatiscenza e di degrado igienico sanitario?”.
“Ecco allora l’ingiustizia sociale- arringa Anna De Vita– Proprietari per i quali si usano due pesi e due misure, interventi che proclamano la legalità e le regole, utilizzati solo per averla vinta sulla parte più debole della cittadinanza, mentre al più forte gli si consente di continuare a gestire indisturbato.
La società di oggi, la politica, la burocrazia, stanno percorrendo all’unisono una strada pericolosa, quella dell’esclusione sociale dei soggetti deboli, non funzionali ad interessi economici e politici, considerandoli una zavorra di cui liberarsi, una patata bollente che si cerca di passare di mano in mano. Ma queste realtà, frutto della politica e del sistema economico, non svaniranno nel nulla, non basterà togliere loro la residenza, la casa, l’identità, rappresenteranno sempre una questione sospesa, della quale saranno chiamati prima o poi ad assumersi la responsabilità e vista la crisi economica in corso, rischia di aumentare e coinvolgere tanti altri e a generare sentimenti di odio e di razzismo.
Queste famiglie che si ritiene di dover sgomberare dal Parco Saraceno, non chiedono di avere la casa gratuitamente, chiedono di poter avere degli alloggi con un canone sociale, che con le loro condizioni economiche precarie, possano pagare, magari utilizzando beni confiscati o chiedendo al privato che necessita del Parco libero per realizzare un progetto di milioni di euro, di mettere a disposizione altri alloggi ad un canone minimo. Scelte coraggiose, che non sono fatte per chi intende nascondersi dietro la bandiera delle regole, per non affrontarle, un modo per restare umani e dare a chi vive ai margini della società, una possibilità, proprio come la possibilità della transazione con lo Stato, concessa ai costruttori abusivi.
Ci fregiamo di solidarietà, di sentimenti di umana pietà, ci vantiamo di avere una Costituzione che tutela i diritti del singolo e della comunità, condanniamo a parole la prevaricazione, la violenza, la mancanza di diritti perpetrata dagli altri, se si tratta di questioni lontane da noi o di scrivere un post su fb. Quando invece il problema lo abbiamo in casa e siamo coinvolti in prima persona, quando siamo noi a decidere, a regolamentare, dimentichiamo le belle frasi sulla solidarietà, sul rispetto della legalità (che dovrebbe valere per tutti, non solo per alcuni), sui diritti umani, sull’uguaglianza”. ” Allora- conclude – ci si erge a giudici, ci si indigna per gli occupanti abusivi di una casa e non ci indigniamo per gli occupanti abusivi del nostro territorio. Si tirano in ballo leggi e burocrazia, come uno scudo contro coloro che non hanno risorse per difendersi e si permette ai poteri forti di rivoltare, con giochi di prestigio, la Costituzione e le leggi dello Stato, a proprio vantaggio. Tutti servi della ragion di stato dunque, che sia essa un interesse politico, un porto o a volte, solo una semplice illusione, che dalle nostre parti spesso sfuma, lasciando solo macerie”-