Nuova Gazzetta di Caserta del 22.11.2015. Istituto Sant’Antida: oltre ai debiti verso il Comune non vi sarebbe agibilità e i docenti non sarebbero retribuiti

Continua la nostra indagine all’interno dell’Istituto Sant’Antida Società Cooperativa Sociale Onlus , che risulterebbe debitore inadempiente del Comune di Caserta per la somma di oltre 100mila euro per mancata corresponsione di canoni di locazione e di bollette di utenze, come energia elettrica e spazzatura, da parte del Presidente della Società Dott. Vincenzo Farina. La vicenda è scoppiata su segnalazione di Antonio De Falco, Presidente dell’Associazione Riprendiamoci Caserta del Movimento CasertaInComune. L’Istituto si avvale per lo svolgimento delle sua attività- si tratta come noto di una scuola privata paritaria- di un edificio di proprietà del Comune che non solo non è stato messo in vendita, come tutti gli altri, per sopperire al dissesto finanziario, ma per il quale l’Amministrazione Comunale non è mai intervenuta per esigere l’ammontare del suo credito. Nel 2013 , l’amministrazione Del Gaudio tento’ di regolarizzare la situazione della Cooperativa che dal 1998 aveva operato senza corrispondere neanche il pagamento delle utenze giornaliere. In quella occasione il Comune di Caserta addebitò all’Istituto Sant’Antida la somma di 100mila euro di debiti per fatti pregressi imponendo all’impresa , da quel momento , la corresponsione delle utenze comunali e delle bollette con una rateizzazione dell’importo pari a 160 euro mensili. Di queste disposizioni l’ Istituto Sant’Antida ha fatto sempre lettera morta e nessun esponente dell’Amministrazione Del Gaudio nè di quella attuale, guidata dal Commissario Maria Grazia Nicolo’ e che ha il Dirigente Marcello Iovino come responsabile di settore, è intervenuto sulla vicenda. Il contratto fra il Comune di Caserta e la Cooperativa Sant’Antida è stato stipulato il 2 giugno 1998 e dovrebbe durare fino al 31 dicembre 2050. In tutti questi anni Vincenzo Farina non ha mai pagato un centesimo al Comune di Caserta nè, pare , sembra avere rispettato la destinazione imposta allo storico Palazzo Sant’Antida dal benefattore Francesco De Dominicis ,che unitamente alla sorella Maria Giuseppa , trasferi’, oltre un secolo fa, la proprietà dell’immobile al Comune di Caserta con la specifica destinazione di perseguire scopi di utilità e di solidarietà sociale in campo culturale e in quello dell’istruzione al fine di prevenire le forme di emarginazione sociale e di disagio fisico e psichico dei minori a rischio. In realtà l’Istituto Sant’Antida , non solo non verserebbe quanto dovuto al Comune ma si avvarrebbe di un fatturato per tutti gli allievi -sono circa 100- pari a 30mila euro mensili , oltre i finanziamenti dell’Ufficio Scolastico Regionale di Caserta pari a circa 24mila euro. Una scuola , dunque, per elite nella quale non sarebbe stato individuato alcun bambino portatore di disagio socio-economico o fisico. Ma non è tutto. Sono in molti a ritenere che la scuola non sia fornita della prescritta agibilità . Ma , in tutto questo, la posizione di Vincenzo Farina si andrebbe ad aggravare in relazione ai dipendenti della scuola. Alla Camera di Commercio ne risultano registrati 33 ma i realtà ne sarebbero 12 . Il problema è semplice: alle insegnanti non verrebbe corrisposto alcuno stipendio in cambio del punteggio di servizio a loro attribuito. Ma non è tutto. A come ci viene raccontato il Presidente Vincenzo Farina inquadrerebbe giuridicamente le docenti come socie della cooperative e non come lavoratrici subordinate . Attualmente il Presidente del CdA è Vincenzo Farina e, secondo quanto dichiarato alla Camera di Commercio di Caserta , all’interno del CdA vi sarebbero Antonio Giannelli , unico revisore contabile, e i consiglieri Margherita Del Greco, Enza Anna Ribattezzato. Sono in molti a ritenere, invece, che le Suore di Sant’Antida che operano all’interno dell’Istituto siano pagate da Vincenzo Farina. Recentemente, poi, sembra che Vincenzo Farina cerchi contatti con l’Ing. Gianluigi Traettino ,proprietario di un suolo confinante all’Istituto al fine di allargare la disponibilità della Fondazione e, dunque, le sue attività. In realtà, il Presidente dimentica che l’immobile in via Sant’Antida non è di sua proprietà e non puo’ utilizzarlo per i suoi interessi. A questo punto si chiede: perchè il Comune di Caserta e, nella specie, il Dirigente Marcello Iovino continua a tacere e ad avallare questa situazione? Perchè non si verifica l’effettivo rispetto della destinazione dell’immobile , che peraltro versa in condizioni di abbandono? Perchè non si controlla la destinazione dei fondi a favore della fondazione? Tante domande irrisolte, troppe per una città che pretende il cambiamento.