Ecco la carta di identità elettronica
Questo progetto nato nel 1997, per ordine dell’allora ministro per la Funzione Pubblica, Franco Bassanini, allo scopo di semplificare l’amministrazione. La sperimentazione parte in 200 comuni su 8.000 dell’Italia, avendo come luogo di presentazione nel 2001, Napoli. La Carta d’identità elettronica, viene presentata a Napoli dall’allora ministro dell’Interno Enzo Bianco, che dichiarò: “Entro 4 anni il governo sarà pronto a darla a tutti i cittadini”, ma dopo alcuni mesi, diventa ministro dell’Interno Claudio Scajola, che dichiarò che entro la fine del 2001, le carte in circolazione dovevano essere circa 150 mila, per poi diffonderle a livello nazionale entro 5-7 anni. Cosa non avvenuta perchè gli succede il governo Berlusconi nel 2005, che fa diventare la Carta d’identità elettronica obbligatoria dal prima gennaio dell’anno nuovo, affidando l’incarico per la realizzazione della Cie, alla società “Innovazione e progetti”, società controllata da Paligrafico dello Stato, ma con il nuovo ministro Luigi Nicolais, decade il progetto, e dopo tante peripezie, si arriva al 2011, dove il governo Berlusconi rieletto, ci riprova, riavviandolo per tutti i cittadini, compresi i bambini, ma questo decreto per l’ennesima volta non verrà applicato. Nel 2012, il governo Monti vara il decreto “Crescita 2.0” con l’inserimento del “Documento digitale unificato”, ma quest’ altro nuovo decreto non decolla, quindi si pensò a crearne un altro nuovo che sia unico. Il governo Renzi, ha creato questa carta chiamata “Carta d’identità elettronica” che è una carta in cui si prevede anche l’incorporazione della tessera sanitaria, impronte digitali(bambini esclusi), possibilità di indicare se si vuole effettuare donazioni o meno, un pin per permettere l’accesso ai servizi online proposti, e la comparsa dei nomi dei genitori oltre al codice fiscale. Il rilascio avverrà gradualmente e funzionerà su richiesta da parte del cittadino, che farà al Comune di residenza, invece per chi è residente all’estero, dovrà rivolgersi al Consolato. La Carta d’identità elettronica, ovviamente tiene un microprocessore che memorizza i dati, e ha un custode chiamato “Garante” che vigila sulla sicurezza dei dati e del sistema, sul trattamento dei dati personali e garantisce l’aggiornamento costante in relazione all’evoluzione tecnologica, alle direttive europee e alle iniziative governative strategiche di sicurezza globale. C’e da dire che questa carta può essere un altro fallimento, forse l’ennesimo di questa telenovela, perchè secondo il decreto, precisamente all’articolo 4, la richiesta del rilascio della Cie, non è obbligatoria ma facoltativa. Per sapere come andrà a finire, dobbiamo solo armarci di pazienza per vedere se sarà un fallimento oppure no. GIOVANNI RAIMONDO