a cura di Iole Vaccaro
La Guardia di Finanza, in particolare, il nucleo speciale per la Spesa Pubblica e Repressione Frodi, ha scoperto, nel corso di una lunga indagine, più di mille soggetti, beneficiari di finanziamento pubblico che in realtà non ne avevano alcun diritto. Sono stati incrociati i dati di riscontro ottenuti e analizzate le posizione di più di 10mila imprese, che in toto hanno goduto di 411 milioni di euro per l’avvio di nuove attività imprenditoriali o di nuove assunzioni. I requisiti per l’accesso a questi fondi dovevano essere, tra gli altri, secondo il decreto n°185 del 2000 sugli “Incentivi all’autoimprenditorialita’ e all
- non essere già occupati
- non essere in possesso di quote e/o titoli di aziende già esistenti
- non chiedere altri finanziamenti nei successivi 36 mesi
- non trasferire fuori dall’azienda beneficiaria i beni ottenuti dal finanziamento.
Tutte queste norme non sono state rispettate, secondo le Fiamme Gialle, da più di mille aziende, che tra l’altro si sono avvalse di false autocertificazioni pur di averne merito. Mentre le indagini procedono, nel frattempo 100 milioni di euro sono stati recuperati e sono stati revocati finanziamenti a più di 3mila imprese. Nel corso di queste indagini, a livello nazionale, è emerso che al primo posto per illeciti e truffe riguardo questo tipo di finanziamenti c’è la Campania, e tra le sue città, al primo posto c’è Napoli seguita da Salerno.
Quello che ci chiediamo è che fine faranno i 100 milioni di euro recuperati e se verranno reinvestiti nell’opera di finanziamento a beneficio di chi ha il diritto e anche la necessità di diventare protagonista del suo lavoro e del mondo del lavoro, poiché questo tipo di illeciti, anzi diciamo meglio, truffe, finiscono con l’andare a discapito delle persone oneste che vorrebbero, ad esempio, aprire un negozio oppure, avendo un attività, assumere personale avvalendosi di questi aiuti finanziari.
A quanti onesti cittadini questi imbroglioni di turno hanno tolto possibilità?
In una Italia ormai così allo stremo, le statistiche servono a poco e non importa, ai fini pratici, se siamo in cima o in fondo alla lista delle Regioni che più delinquono (in questo caso e negli infiniti altri) ma importa che la “macchina” dello Stato intervenga a partire dalla lotta ad ogni tipo di criminalità fino agli interventi in favore di chi ad un futuro possibile crede ancora. In tutto questo la coscienza del singolo non è esclusa da oneri, anzi, forse è il punto di partenza da cui ricominciare.