di Marco Natale
Nell’incontro odierno con i fedeli, in occasione della consueta recita della preghiera dell’Angelus, Papa Francesco ci fa notare “la grande pazienza di Gesù” nel cercare di correggere i suoi discepoli convertendoli dalla mentalità del mondo a quella di Dio. Il testo dal quale prende spunto è quello dell’evangelista Marco (Mc 10,35-45). In esso ci viene raccontato che mentre è in viaggio con i suoi apostoli verso Gerusalemme, si avvicinano a Gesù due sue “primi discepoli”, Giacomo e Giovanni con una richiesta alquanto singolare«Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù, continua il Papa, sa che Giacomo e Giovanni sono animati da grande entusiasmo per Lui e per la causa del Regno, ma sa anche che le loro aspettative e il loro zelo sono inquinati, dallo spirito del mondo. Perciò risponde: «Voi non sapete quello che chiedete». Loro non si arrendono e insistono parlando di “troni di gloria” su cui sedere accanto al Cristo Re. Non si rendono conto che seguirlo significa percorrere “la via dell’amore”, unavia dice ancora il Papa “in perdita, perché amare significa lasciare da parte l’egoismo, l’autoreferenzialità, per servire gli altri”. “Dio sceglie un trono scomodo, la croce, dal quale regnare dando la vita”, conclude Francesco, nel quale “la via del servizio è l’antidoto più efficace contro il morbo della ricerca dei primi posti”. Il messaggio di oggi, in conclusione, è un invito a riscoprire la dimensione cristiana del servizio verso gli ultimi, cioè verso quelle persone nelle quali il Cristo è realmente vivo e presente.