Nessun accordo fra Governo e Sindacati con la Jabil , azienda statunitense che ha sede a Marcianise.
Salta, dunque, ogni accordo sul ritiro del licenziamento dei 190 lavoratori della societa’.
L’accordo e’ saltato stanotte nel corso di un tavolo di concertazione al quale hanno preso parte azienda, sindacati, il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo e il Sottosegretario del Ministero dello Sviluppo Economico Todde.
Un vertice fiume , iniziato nel pomeriggio di sabato 23 maggio ,intorno alle ore 16.00, e seguito al nulla di fatto di domenica. Intorno alla mezzanotte, poi, e’ arrivata la cattiva notizia:alla richiesta di altre cinque settimane di cassa integrazione con contestuale ritiro dei licenziamenti, l’azienda ha risposto picche, ed ha annunciato di non voler piu’ proseguire su questa strada.
La doccia fredda, infatti, è arrivata poco prima di mezzanotte. Il tavolo potrebbe riprendere questa mattina per un ultimo tentativo di scongiurare i licenziamenti.
Alle 23 – spiega Antonio Accurso, Segretario Generale Uilm Campania – si era quasi siglato l’accordo per ritirare i licenziamenti, ma l’azienda alle 23:50, con un colpo a sorpresa, ha dichiarato di non voler proseguire su questa strada”. Secondo Accurso l’azienda ha improvvisamente detto no a “un percorso condiviso per la gestione degli esuberi. La trattativa era stata complessa e faticosa ma aveva riportato tutti gli attori al buonsenso, grazie allo sforzo e alla mediazione di Governo e Regione e alla determinazione e responsabilità del sindacato. I licenziamenti sarebbero stati ritirati per riprendere un percorso di ricollocazione con stretto monitoraggio delle istituzioni”. Per il rappresentante sindacale “la Jabil con questo atto scellerato mette in discussione la missione industriale e crea forte incertezza minando la sua credibilità. I lavoratori tutti vengono lasciati senza nessun futuro. Chiediamo al Governo di tentare un’ultimo sforzo per riportare tutti al buonsenso o altrimenti di mettere in sicurezza il sito e accertare tutte le responsabilità”.
Un altro dei nodi da sciogliere di questa tre giorni di vertenza serrata, riguardava anche il futuro dello stabilimento di Marcianise e dei 350 lavoratori che almeno per ora restano al loro posto. Il timore dei sindacati è che Jabil stia gradualmente disimpegnandosi, con il rischio concreto di lasciare il sito di Marcianise. Tanto è che domenica nel corso della video call, l’azienda era stata incalzata proprio su questo punto dal sindacato. La risposta a dire dei sindacalisti presenti non sarebbe stata molto incoraggiante, paventando la multinazionale difficoltà innescate dalla crisi conseguente all’epidemia da Covid19.
Il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo ha più volte ribadito durante questi tre giorni di trattativa che «ci sono degli strumenti, come la cassa integrazione e il fondo per le nuove competenze. Quello che abbiamo cercato ottenere non è solo far sì che l’azienda revocasse i licenziamenti e usufruisse delle settimane di cassa integrazione e di altri strumenti, ma che si lavorasse su un percorso di ricollocazione dei lavoratori presso le altre aziende che si sono offerte».
Anche l’Assessore Palmeri poco prima che saltasse il tavolo aveva sperato che si fosse arrivati ad una conclusione felice, anche perché durante questi tre giorni si era battuta in tutti i modi per convincere la multinazionale americana a desistere dal suo intento di licenziare i 190 lavoratori. Quando tutto è naufragato ha pubblicato un video in cui era palesemente amareggiata per l’esito sulla sua pagina Facebook. «Pensavamo l’accordo fosse raggiunto – ha raccontato l’Assessore Palmeri – perchè avevamo messo in campo e scritto tutti i suggerimenti che arrivavano dalle varie parti al tavolo ed invece all’ultimo momento il tavolo è saltato. Però ci concediamo ancora la giornata odierna per poter riprendere in qualche modo la situazione». L’intenzione dei sindacati e delle istituzioni è di tentare in qualche modo in giornata di trovare una qualche soluzione che a questo punto diventa un’operazione quasi disperata per salvare i posti di lavoro.
Da oggi infatti il licenziamento dei 190 è effettivo.