Pillole di Democrazia.10 FEBBRAIO: LE FOIBE, UN MASSACRO IN CERCA DI PACE

10 FEBBRAIO: LE FOIBE, UN MASSACRO IN CERCA DI PACE
A cura di Iole Vaccaro
Il Giorno del ricordo della strage delle foibe, è una solennità nazionale, che ogni anno è celebrata il 10 febbraio, e istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92. Ha lo scopo di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre, degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra.
La ricerca storica ha pubblicato molti studi sugli avvenimenti, ma nell’opinione pubblica, persiste una forte enfasi, di origine ideologica, sulle responsabilità che comunismo e fascismo hanno avuto nelle foibe: questo genera una serie di tesi discordanti.
In particolare, in alcuni ambienti della destra si afferma che le foibe sono state semplicemente un crimine del comunismo, un genocidio di cittadini inermi che avevano la sola colpa di essere italiani.
D’altra parte, in alcuni ambienti della sinistra, è diffuso un atteggiamento giustificazionista e si presentano gli eccidi come una reazione alla brutalità fascista.
C’è poi chi contesta il numero delle vittime delle foibe correggendolo per difetto e che sostiene che gli eccidi abbiano coinvolto essenzialmente esponenti fascisti, sia militari che civili, responsabili di repressioni e di crimini di guerra italiani in Jugoslavia.
Insomma pare che il massacro delle foibe, gli eccidi ai danni della popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia, occorsi durante la seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra, sia ancora oggetto di contenzioso e nel frattempo resta nel limbo della coscienza generale.
Una strage di serie B dunque, come se quei morti non appartenessero a tutti, all’umanità intera.
Come accade sempre riguardo le questioni più importanti del nostro vivere civile, tutto si gioca tra responsabilità e numeri.
Certo, esiste una giornata del ricordo istituzionale e Il Miur per questa occasione suggerisce alle scuole di ogni ordine e grado di realizzare studi, convegni, incontri e dibattiti ma nulla cambia nella mentalità separatista di chi mette la propria ideologia davanti ad ogni cosa, perfino davanti alla propria umanità.
Ogni ideologia è un complesso sistema di idee che finisce per sostituire ogni riferimento interno in chi la sostiene, è una sorta di Super Io che crea sovrastrutture impenetrabili perfino da olocausti come questo.
La questione è che fondamentalmente non impariamo dai nostri errori ma continuiamo a trovare qualcuno contro cui puntare il dito. L’uomo passa la sua vita tra questo additare il prossimo e il sentirsi vittima, come se vie di mezzo, equilibrate e bilanciate emozionalmente non potessero esistere. Estremismi del Super Io e di tutte le ideologie che sono venute e che verranno.
La storia è un susseguirsi di anelli che si intrecciano come in catena e ricercare le cause degli avvenimenti non è così semplice, ma anche fermarsi alla causa ultima non mai corretto, secondo me. Conviene, per spezzare le catene delle causalità, imparare la lezione, perché solo questo scioglie i nodi storici e da senso alle giornate di commemorazione. Che importa se l’anello causale del massacro delle foibe non ha un posto condiviso? Questi martiri, come tanti altri, meritano di essere condivisi nel cuore di ognuno, tanto sono lì, e il “peso” che hanno dipende da noi.