Ripartire con la cultura. La città di Capua si mostri degna di G. Martucci e dei suo cittadini più illustri

di Pasquale Iorio Presidente de ” Le Piazze del Sapere ”

In pieno centro storico a Capua nella Piazza intestata alla omonima chiesa dell’Annunziata – un altro monumento imponente della città, che ora è transennato per pericolo crolli, su cui ritorneremo ) si presenta uno scenario di decadenza: la visione della casa natale del grande compositore Giuseppe Martucci, anch’essa in stato di abbandono e degrado. Nel passato fu sede del Monte di credito su pegno.

Lo spunto per ritornare a parlare di Martucci mi è stato offerto dalla notizia relativa all’inaugurazione che domani mattina vi sarà a Marcianise di un “centro di alta formazione artistica e musicale”, realizzato dal comune in collaborazione con il Conservatorio Martucci di Salerno. Da qui si può vedere e capire il divario tra due modi di intendere e vivere i beni culturali.

Nel mese di giugno 2019 ricorrerà l’anniversario dei 110 anni della sua morte, che a Capua non può passare sotto silenzio. A tal fine chiediamo alla Commissaria Straordinaria di promuovere un forum con le associazioni e con le scuole per progettare degli eventi culturali e musicali in sua memoria). In particolare, possiamo cominciare a pensare ad un evento internazionale per il prossimo 1 giugno 1909, data della scomparsa del grande compositore, pianista e direttore d’orchestra.

Per comprendere la grandezza di questo compositore, riportiamo a seguire cenni della usa biografia. Giuseppe Martucci, tra i più insigni musicisti d’Italia, nacque a Capua il 6 Gennaio 1856 e morì a Napoli il 1 Giugno 1909.

Dotato di un eccezionale talento musicale, ricevette una solida preparazione al Conservatorio di Napoli dove studiò con Beniamino Cesi e Paolo Serrao. Insigne artista e uomo di cultura, Martucci operò profondamente per il rinnovamento culturale dell’Italia musicale, sia come compositore, sia come interprete e come didatta. La fama di pianista (ricevette lusinghieri apprezzamenti da parte di artisti quali Franz Liszt e Anton Rubinstein) e di direttore d’orchestra superò i confini nazionali contribuendo a conferirgli una vasta autorevolezza artistica.

Nell’intensa attività che caratterizzò la sua breve esistenza, egli sostenne con grande generosità la diffusione in Italia delle opere di autori europei a lui contemporanei quali Wagner (di cui diresse la prima italiana di Tristano e Isotta a Bologna il 2 giugno 1888), Debussy ( Prelude a l’apres-midi d’un Faune a Napoli il 1907), Richard Strauss (Morte e Trasfigurazione a Napoli il 1908).

La produzione musicale di Martucci è costituita da 84 lavori dotati di numero d’opera e da una dozzina circa senza numero d’opera. Vanno ricordati i numerosi importanti brani pianistici (Tarantella op.44, Fantasia, op. 51, Tema con Variazioni op.58, Notturni, Op. 70,Capriccio e Toccata, op. 77 e Novelletta, Op. 82), una sonata per organo e un buon numero di lavori vocali (tra cui la celebre Canzone dei ricordi), l’oratorio Samuel, le grandi pagine di musica da camera, le due Sinfonie e i due Concerti per pianoforte e orchestra.

Egli fu tra i pochissimi musicisti italiani a dedicare la propria opera alla ripresa della musica strumentale italiana, cercando di fornire prestigiosi esempi in cui le istanze dei grandi musicisti romantici europei si integravano con la secolare tradizione italiana.

Arturo Toscanini manifestò verso Martucci una profonda stima sia come direttore d’orchestra sia per la sua produzione musicale: ciò è ampiamente attestato dalla presenza delle pagine sinfoniche di Martucci nei programmi di concerto del celeberrimo direttore d’orchestra parmense. L’apertura alla produzione musicale europea, unita alla passione per la musica strumentale e per il rinnovamento musicale italiano, guidò Martucci anche nella sua alacre e feconda attività didattica.

Tra i suoi allievi figurano alcune tra le figure fondamentali della musica italiana del primo Novecento: Ottorino Respighi, Guido Alberto Fano, Giovanni Anfossi, Bruno Mugellini. Intere generazioni di musicisti si formarono durante il periodo della sua illuminata direzione del Liceo Musicale di Bologna (1886-1902) e del Conservatorio di Napoli (1902-1909), costituendo in tal modo il naturale substrato della produzione musicale italiana del Novecento.

Noi continuiamo a ritenere che il ruolo storico e strategico della città di Capua si può rilanciare solo grazie ad una piena valorizzazione e capacità di fruizione turistica del suo ricco patrimonio storico ed artistico. Per dirla con il titolo di un volume edito da Melagrana: in Terra di Lavoro con la cultura si può ripartire per creare nuove opportunità di riscatto civile, di coesione sociale e sviluppo locale.

A tal fine è necessario creare sinergie e cooperazione, fare rete di competenze tra le istituzioni ed il mondo delle associazioni del terzo settore e del volontariato, con le scuole e l’università (come insegnano tante buone pratiche a livello nazionale ed europeo).

2. Approfondimenti su G. Martucci
Figlio del trombettista Gaetano Martucci e di Orsola Martucciello, fu un bambino prodigio: a soli otto anni teneva concerti solistici al pianoforte. Divenne ben presto un pianista apprezzato internazionalmente, allievo di Beniamino Cesi e Paolo Serrao al Conservatorio di Napoli; di lui tesserono le lodi Anton Rubinstein e Franz Liszt. Non meno significativa fu la sua attività di direttore d’orchestra.
La sua fama è anche legata al suo impegno per il rinnovamento della cultura musicale italiana; contribuì notevolmente alla diffusione in Italia delle opere di Ludwig van Beethoven, di Robert Schumann, di Johannes Brahms, di Liszt, di Wagner, di César Franck, Vincent d’Indy, Édouard Lalo e di molti altri musicisti europei.
Nel 1880 fu nominato docente al Conservatorio di Napoli, dal 1886 fu direttore del Conservatorio di Bologna, dove ebbe come allievo prediletto il pianista Guido Alberto Fano, per poi ricoprire la stessa carica nuovamente a Napoli dal 1902; tra i suoi allievi si ricorda in particolare modo Ottorino Respighi.
Martucci fu tra i pochi autori italiani del suo tempo a non comporre opere teatrali, questo per evidente reazione al mondo musicale italiano dell’epoca, ancora orientato in modo quasi esclusivo verso il melodramma; ciononostante, Martucci fu tra gli artefici della prima esecuzione in Italia del Tristano e Isotta di Richard Wagner, avvenuta a Bologna nel 1888.
Il 25 maggio 1879 sposa Maria Colella alla quale aveva dedicato “Secondo Capriccio” (composizione: Napoli, 30 marzo 1872), “Prima barcarola” (composizione: 22 agosto 1874), “Sinfonia n. 1 in re minore” (composizione: Bologna, 1º gennaio 1889 – Castiglione dei Pepoli, luglio 1895) e “Sinfonia n. 2 in fa maggiore” (composizione: luglio 1899 – 11 settembre 1904). La donna rimasta vedova, ottenne una pensione annua di lire 3.000 nel 1910 (Legge 272 del 19 maggio 1910, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 129 di venerdì 3 giugno 1910).
Alcuni degli oggetti e dei documenti a lui appartenuti sono ora conservati al Museo Provinciale Campano, nella sua cittadina natale.