Washington ospita oggi un passaggio decisivo sul dossier Ucraina. Donald Trump vede Zelensky e, a seguire, i leader europei. Il confronto arriva dopo i messaggi del presidente USA che chiedono a Kiev rinunce su NATO e Crimea. Zelensky vuole, però, che la pace sia solida e non che sia premiante per la Russia.
Chi c’è a Washington
Zelensky è arrivato nella capitale USA insieme a una delegazione europea di primo piano. Tra i presenti figurano la premier italiana Giorgia Meloni, il premier britannico Keir Starmer, i vertici UE e altri capi di governo. L’obiettivo è mostrare unità e sostenere Kiev nel negoziato.
Le parole di Trump
Trump ha definito la giornata “un grande giorno alla Casa Bianca” e ha scritto che Zelensky potrebbe “porre fine alla guerra quasi immediatamente” accettando la permanenza russa in Crimea ed escludendo l’ingresso dell’Ucraina nella NATO. Le affermazioni, in questo modo, alzano l’asticella politica del vertice.
La replica di Zelensky
Il leader ucraino ha ribadito che la pace deve essere “vera e duratura”. Kiev non vuole concessioni che ricreino i fallimenti del passato e chiede, dunque, garanzie di sicurezza solide. “La Russia deve dire basta”, ha scritto Zelensky, respingendo l’idea di ricompense a Mosca.
L’agenda della giornata
Secondo i programmi diffusi, oggi ci sarà un bilaterale tra Trump e Zelensky alle 13:15 ora di Washington. Alle 14:15 il presidente USA saluterà i leader europei. La foto di famiglia di rito è prevista alle 14:30; a seguire, alle 15:00 ci sarà la riunione allargata.
Il contesto internazionale
Pechino invita tutte le parti a un accordo “equo, vincolante e accettabile” nel più breve tempo possibile. L’appello arriva mentre proseguono gli attacchi russi in Ucraina e nelle ore in cui la diplomazia cerca uno sbocco.
Prossimi sviluppi
Il nodo resta il perimetro del compromesso con Washington che valuta garanzie di sicurezza rafforzate per Kiev, mentre l’Europa spinge per una pace giusta che non premi l’aggressione. Kiev, dal canto suo, rifiuta categoricamente l’ipotesi di cessioni territoriali e chiede che ogni intesa rispetti il diritto internazionale.