SAN NICOLA LA STRADA – Abbiano ricevuto e pubblichiamo la nota pervenutaci dal dr. Rosario FEOLA, relativa ad una sentenza emessa dal TAR Campania che vede soccombente il Comune di San Nicola la Strada nei confronti di uno fra i più noti avvocati di caratura nazionale, molte volte “ingaggiato” anche per il passato dall’Ente: “Nei giorni scorsi, ho provato a portare un contributo in termini di idee, costruttivo e senza alcuno spirito polemico, sulla questione della raccolta differenziata, tema che suscita un grande interesse nella cittadinanza, un grande dibattito delle associazioni dei cittadini, ma su cui l’amministrazione continua a far sentire un assordante silenzio.
E sotto l’incalzare del dibattito, tutt’ora aperto, sembra che finalmente, l’amministrazione marottiana, abbia apportato delle riduzioni fiscali alla salatissima bolletta TARI. Staremo a vedere nel concreto. È nota a tutti, la frequente abitudine di questa amministrazione, di sbagliare la preparazione delle delibere, che in alcuni casi si rivelano veri e propri boomerang, con esborsi imprevisti per le casse dell’ente. Basti pensare a quanto accaduto in una vertenza che ha visto opposto il Comune ad un noto professionista legale, che potrebbe mettere a rischio le procedure di uscita dal dissesto finanziario, secondo alcuni esperti.
Con sentenza del TAR Campania, pubblicata il 23/10/18, facilmente reperibile da qualsiasi cittadino sul sito dello stesso TAR, il Comune di San Nicola la Strada, su ricorso di un fornitore di arte e professione, è stato condannato a pagare gli onorari professionali non ridotti al 40%, ma per intero. Il TAR ha stabilito che i criteri, elaborati dall’OSL, contenuti in apposito provvedimento dello stesso Organo di Liquidazione, siano stati adottati in “violazione di legge” e nel non rispetto dei limiti indicati dalla norma che li prevede, specificamente l’art. 258 TUEL al comma 3, che recita “…fatta eccezione per i debiti relativi alle retribuzioni per prestazioni di lavoro subordinato che sono liquidate per intero…”.
Tali criteri hanno leso, non la posizione di diritto soggettivo che si è dibattuto, bensì la legittimità dello stesso provvedimento amministrativo adottato. Ora il Comune potrebbe ricorrere in Consiglio di Stato. Con un ulteriore esborso a carico dell’Intera collettività. La gestione della cosa pubblica, da parte di questa amministrazione, mostra evidenti lacune. Clamoroso il caso della fatturazione dei consumi idrici, che ha scatenato la rabbia dei Cittadini. Ma di questo parleremo in un momento successivo”.