Caserta Pride 2025: “siamo raggianti, siamo comunità”

Migliaia in piazza Vanvitelli e poi per le strade del Centro Città, ieri 31 maggio, tra lotta e memoria. Priscilla, zia del Pride, dal palco: “L’8 e 9 giugno portiamo la rivolta democratica nelle urne votando cinque volte Si”.

Il Caserta Pride 2025 si è affermato come uno dei momenti più intensi della primavera dei diritti: orgoglio, dignità e resistenza. Da piazza Vanvitelli, gremita di migliaia di persone, il corteo,  festante, ha poi manifestato lungo le strade del Centro Città. Dietro lo slogan “Siamo raggianti”, non solo un messaggio di visibilità, ma un grido collettivo contro l’arretramento delle libertà individuali e collettive. Un Pride profondamente politico, in un momento in cui — come più voci hanno ricordato — si assiste a un restringimento degli spazi di autodeterminazione e democrazia.

Patrocini del Pride
Caserta Pride

È il comitato organizzatore locale del Pride cittadino. Nasce come rete di associazioni, attivisti, volontari e sostenitori che operano nel territorio casertano per la promozione dei diritti LGBTQIA+, dell’inclusione e della giustizia sociale. Il Caserta Pride cura l’organizzazione logistica, artistica e politica dell’evento, in collaborazione con realtà regionali e nazionali.

Onda Pride

È una rete nazionale che coordina i Pride locali in Italia, nata nel 2013 per sostenere l’autonomia e la visibilità di tutte le realtà che organizzano manifestazioni LGBTQIA+ nelle diverse città italiane. Non è un soggetto politico, ma un’alleanza tra comitati territoriali che garantisce un’onda plurale, inclusiva e diffusa sul territorio.
L’obiettivo principale è quello di rafforzare le connessioni tra le diverse realtà LGBTQIA+, garantire supporto reciproco e favorire la visibilità in luoghi spesso meno coperti dai grandi media.

EPOA (European Pride Organisers Association)

È l’organizzazione europea che riunisce tutti i comitati organizzatori di Pride e EuroPride. Fondata nel 1992, con sede ad Amsterdam, l’EPOA promuove la cooperazione tra Pride europei, supporta eventi nei Paesi in cui i diritti civili sono a rischio e conferisce annualmente il titolo di EuroPride a una città organizzatrice.
L’affiliazione all’EPOA riconosce il Caserta Pride come parte attiva del movimento LGBTQIA+ a livello europeo, in linea con i principi della Carta dei Pride: diritti umani, inclusività, non discriminazione, partecipazione democratica.

Le dichiarazioni della Politica
Nicola Lombardi, neo segretario del circolo PD di Caserta

Qual è il significato della manifestazione del Pride? “È un’alleanza tra chi lotta per i diritti sociali e chi lotta per i diritti civili. Anche in questo senso la presenza di associazioni che stanno manifestando per la Palestina libera e contro il genocidio a Gaza è un segnale inequivocabile del fatto che sia sempre più necessaria un’alleanza tra chi non ha diritti sociali, civili, e chi è vittima di un genocidio”.

Dunque un ponte d’amore tra il Pride e il resto del mondo che soffre? “Si, e non solo un ponte d’amore, ma anche una manifestazione che deve essere oggi vista considerando le politiche che il governo sta attuando in merito ai diritti sociali e civili. Ha poi aggiunto: “deve essere un momento di lotta e di rivendicazione, anche perché l’articolo secondo della nostra Costituzione riconosce i diritti individuali e fondamentali dell’uomo, non li concede. I diritti non sono una gentile concessione che deve esserci fatta dal governo, ma sono un diritto inalienabile delle persone che devono essere rispettati, riconosciuti e garantiti dallo Stato”.

Matteo Donisi, ex consigliere comunale, segreteria circolo PD di Caserta

 Come va letta questa manifestazione? “Va letta, come una bellissima giornata. È bellissimo che il Pride sia tornato a Caserta. È dal 2018 che non si faceva un Pride a Caserta e ovviamente il PD c’è, perché il PD oramai è presente in tutti i Pride d’Italia e quindi anche a Caserta”. Quindi non un’occasione, una tantum, ma una di una lunga serie? “Eh, lo speriamo, per noi sì”.

Priscilla scuote la piazza: “non mi arrenderò mai!”

Con un lungo e intenso intervento, Priscilla, “zia del Pride” e icona della scena drag italiana, ha parlato della necessità di resistere a un governo che ha definito apertamente “fascista”. Ha denunciato le pressioni ricevute per la sua attività nelle scuole, ma ha giurato che non smetterà mai di educare, parlare, sostenere i giovani: “Possono fare tutte le interrogazioni parlamentari che vogliono, io continuerò a esserci”. Con in mano una kefiah, ha rivendicato il suo valore simbolico: “Questo è un simbolo di resistenza. Dove c’è oppressione dobbiamo esserci anche noi come comunità queer. Non possiamo restare in silenzio di fronte a ciò che accade in Palestina”. Ha poi ricordato con commozione Vincenzo Ruggiero, giovane vittima di crimine d’odio, salutando i genitori presenti: “Vincenzo sarà sempre con noi”.

Il sogno olimpico e la paura di vivere in Italia

Tra i momenti più toccanti, la testimonianza di Valentina, giovane attivista e atleta, che ha raccontato il sogno di gareggiare alle Olimpiadi di Los Angeles 2028. Ma ha anche parlato della paura quotidiana, delle offese subite, della mancanza di sicurezza nel camminare per strada: “Io voglio essere libera, ma a volte in quest’Italia ho paura. Ho bisogno di voi per correre più veloce, contro chi ci vuole eliminare. Perché noi esistiamo”.

Ha concluso lanciando un appello alla partecipazione: “Votiamo sì a tutti i referendum. È l’unico strumento che ci resta per esistere davvero”.

“Portiamo la rivolta nelle urne”

La terza voce forte dal palco è stata quella di Sonia Oliviero, della CGIL, che ha sottolineato come il Pride sia uno spazio di resistenza anche contro la gerarchia dei diritti: “I diritti civili e quelli sociali camminano insieme. A chi dice che non sono veri diritti, rispondiamo che quando arretra anche una sola persona, arretra un intero Paese”.

Il discorso si è trasformato in un appello diretto: “L’8 e il 9 giugno portiamo la rivolta democratica nelle urne. Non ci rassegniamo. A chi ci dice di andare al mare, rispondiamo con la partecipazione. Stringiamo quelle schede elettorali come le più grandi conquiste della nostra storia.”

Senza timore, ha chiamato per nome ciò che accade a Gaza: “Lo chiamino come vogliono, ma noi il nome lo abbiamo: è genocidio. E non dobbiamo avere paura di dirlo. Se ci tolgono una bandiera, ne alzeremo cento.”

Una comunità che cammina insieme

Nel corteo, si sono fatte sentire e notare famiglie arcobaleno, genitori con bambini, studenti, sindacati, attivisti, anziani, artisti. Una comunità viva che ha attraversato le strade con orgoglio, con i corpi, con la memoria. “Siamo una comunità che cammina”, ha detto qualcuno dal palco, “e oggi lo ha fatto sotto il sole di Caserta, senza chiedere permesso, ma reclamando spazio, dignità e futuro”.