Caserta non si smentisce: l’anno nuovo è iniziato con le polemiche. In primo luogo la battaglia , che si preannuncia a colpi di carta bollata , fra Ciro Guerriero, Presidente Caserta Kest’è, e il COmune di Caserta per il blocco al Capodanno di Piazza Pitesti -Piazza Cattaneo. A seguire , poi, vi è l’altra polemica che ha infiammato la città in questo inizio di anno, ovvero la mancata osservanza dell’ordinanza del Commissario Nicolo’ relativa al divieto di sparare fuochi nelle piazze e nelle strade pubbliche dalle ore 21.00 del 31 dicembre alle ore 7.00 del 1 gennaio. Purtroppo questa ordinanza non è stata rispettata in pieno dai Casertani che hanno ugualmente sparato i botti, nonostante il divieto del Commissario Prefettizio. Nella città capoluogo , per circa 30 minuti , i fuochi d’artificio si sono fatti sentire e , ieri mattina, le strade della città erano disseminate dai resti dello scoppiettante Capodanno. E’ anche vero, però, che in città abbiamo assistito ad una sensibile riduzione dei fuochi d’artificio e la prova è che , a differenza degli anni scorsi , non vi sono stati a Caserta morti o feriti gravi per i botti di Capodanno. In provincia di Caserta sono stati sei i feriti per i botti di Capodanno mentre lo scorso anno nel Casertano vi sono stati 9 feriti. Va detto, inoltre, che solo quattro di loro appartengono alla provincia di Caserta mentre gli altri due sono residenti nell’area napoletana. Fra i feriti dai botti, uno ha perso due dita della mano ed è stato trasportato all’Ospedale Pellegrini di Napoli. Un altro, invece, ha riportato echimosi alla gamba. A Santa Maria a Vico, invece, un pensionato di 77 anni ha riportato danni alla mano sinistra in seguito all’uso di una pistola lanciarazzi. E proprio a Caserta, nel giorno di San Silvestro, la Guardia di Finanza aveva sequestrato circa 6,5 tonnellate di artifici pirotecnici e botti illegali artigianali pronti per essere smerciati anche se privi di qualsiasi dispositivo di sicurezza , nonchè oltre 300 kg di polvere da sparo prodotta artigianalmente , che sarebbe stata utizzata per il confezionamento di ulteriori botti illegali . Il valore commerciale della merce sottoposta a sequestro è di circa 400mila euro. Tra i botti sequestrati anche la micidiale “Bomba di Parigi”, un vero e proprio ordigno , con il nome tristemente ispirato agli attacchi terroristici e una miccia programmata per fare esplodere cento differenti colpi. A replicare contro l’ordinanza del Commissario Nicolo’, invece, i venditori di fuochi pirotecnici di viale Borsellino i quali hanno comunque ricevuto danni dal provvedimento che vietava l’esplosione dei botti e l’uso di giochi pirotecnici nel territorio comunale dopo che lo stesso Comune aveva autorizzato la vendita in via Borsellino dove infatti sono poi state installate le bancarelle. Il provvedimento ha fatto infuriare gli ambulanti, molti dei quali storici venditori degli “esplosivi” legali, viste le spese già affrontate ed il timore di non riuscire a rientrare negli importi anticipati. “Potevano avvisarci prima- hanno detto – di certo non avremmo fatto questi investimenti. E’ un controsenso. Adesso la gente sapendo che non potrà sparare i fuochi non verrà nemmeno ad acquistarli e a noi ci rovinano del tutto dopo che hanno speso i soldi per l’allestimento delle bancarelle e per la corrente elettrica”. Anche , se poi, in città, si sono viste anche bancarelle abusive di fuochi vendere tranquillamente senza che nessun esponente delle Forze dell’Ordine intervenisse.