Domani, 19 settembre, San Gennaro e il suo irrevocabile contratto con Napoli

Domani, 19 settembre, San Gennaro e il suo irrevocabile contratto con Napoli

Si rinnova in questi giorni, a Napoli l’attesa per il miracolo di San Gennaro. Erroneamente molti pensano che il l’indissolubile rapporto tra Faccia gialla (irriverente e confidenziale nomignolo con cui i Partenopei chiamano il loro patrono, in riferimento al busto portato in processione, che, essendo d’oro, è, appunto, giallo) ed i suoi protetti sia dovuto alla natura un po’ fideistica e superstiziosa del Popolo napoletano. In realtà non è così!

Il legame che lega il popolo partenopeo a San Gennaro non coinvolge la fede ma la giurisprudenza. Per comprendere è necessario premettere alcuni fatti. Era il 1527,  già da un anno, poiché gli angioini, assediando la città, avevano avvelenato il fiume Serino, Napoli era martoriata dalla peste. Ma non basta, infatti mentre tutto questo accadeva, il Vesuvio provocava circa 30 forti terremoti al giorno.

I napoletani erano disperati, per cui decisero tutti (laici, agnostici, prelati, aristocratici), in perfetto e sorprendente accordo tra loro, di stipulare, il 13 gennaio 1527, un vero e proprio contratto, un atto notarile tra il popolo napoletano – rappresentato da una deputazione appositamente costituita – e San Gennaro nella persona delle sue reliquie. Gli atei soprattutto vollero mettere per iscritto le richieste della gente e si rivolsero ad un notaio. Il contratto prevedeva che se il Santo avesse liberato la città da tutti i mali che l’affliggevano, tutto il popolo partenopeo avrebbe costruito una cappella in suo onore, dove sarebbero state tenute le sue reliquie e raccolto un tesoro, inoltre il Santo sarebbe stato sempre il protettore della città e i napoletani lo avrebbero difeso contro tutti.

I flagelli furono spazzati via per merito di San Gennaro e dunque, di generazione in generazione, anche i napoletani  non vollero essere da meno nel perseverare nell’impegno assunto, fino addirittura ai nostri giorni.

Era l’11 ottobre del 1962, iniziava il Concilio Vaticano II, che nella sua ansia di rinnovamento, forse in alcuni casi un po’ eccessiva, decise di eliminare San Gennaro dal calendario dei Santi meritevoli di culto. Ovviamente il popolo napoletano insorse, così la Congregazione dei Riti decise che si poteva venerare il santo ma soltanto nella città partenopea.

I napoletani, allora, vollero in qualche modo “consolare” il loro protettore “inviandogli” vari messaggi scritti, comparsi sui muri di tutta la città; il più celebre tra questi fu: “San Gennà, futtitenne”.

Ma non finirono qui, infatti ovunque nel mondo si trovi un napoletano, oggi, si trova pure una statuetta di Faccia gialla, tanto che il Vaticano ha dovuto riconoscere, dopo una ricerca, che San Gennaro è il santo più amato del pianeta, con svariati milioni di fedeli al suo seguito.