Il comparto bufalino casertano a rischio chiusura.

Gli allevatori di terra di lavoro marciano su Caserta.

Continua la protesta degli allevatori bufalini, del territorio casertano, l’abbattimento di 78.000 capi bufalini per il rischio brucellosi sta mettendo in ginocchio un intero comparto, 350 aziende chiuse nel casertano e 5000 posti di lavoro persi. Gli allevatori sostengono l’inefficacia degli abbattimenti. Sembra che, solo 1,4 per cento dei capi abbattuti risulta realmente infetto da brucellosi e meno dell’uno percento risulta affetto da TBC.

Gli allevatori del territorio chiedono la nomina immediata di un commissario nazionale che possa trovare una soluzione reale al problema, che si protrae dal 2011. Molti allevatori sono concordi nell’affermare, che hanno massacrato animali sani facendo chiudere oltre 300 aziende e impoverito il territorio. Questo piano di eradicazione della brucella non sta funzionando. Anzi, sta solo facendo danni enormi. E pensare che lo avevamo detto con tanto di analisi e numeri, ma non ci hanno mai voluto ascoltare. Hanno anche il sospetto, che ci sia una regia interessata a danneggiare il comparto degli allevatori campani e siciliani.

Due allevatori in sciopero della fame, uno in Sicilia,  Sebastiano Lombardo (presso la Sala Consigliare del Comune di San Teodoro, in provincia di Messina) e uno in campania Pasquale D’Agostino a Casal di Principe oramai da più di otto giorni. D’agostino racconta, che ad ottobre del 2020 iniziò il suo calvario, i veterinari andarono in azienda per testare i capi e alla fine inviarono al macello tutte le 130 bufale della sua stalla. Dopo alcuni mesi ottenne un risarcimento, ma insufficiente a ristabilire l’entità numerica dei capi persi. Da episodi come questo non se ne esce, perché i ristori sono insufficienti a ristabilire l’entità numerica dei capi abbattuti.

“Ogni volta che facciamo un abbattimento totale, dimezziamo il valore della stalla” denuncia Adriano Noviello, allevatore, al terzo ripopolamento.

Se distruggiamo l’economia di questo posto rischiamo che la camorra rialzi la testa, spiega ancora Peppe Pagano di Libera.

Gli allevatori hanno consegnato ai prefetti una petizione per essere ascoltati dal Presidente del Consiglio Giorgia meloni e dal Ministro alla Salute, prof. Orazio Schillaci, per chiedere la nomina di un commissario che coordini e gestisca il problema brucellosi e TBC lontano dall’essere risolto, nonostante le migliaia di abbattimenti effettuati.

Un piccolo passo avanti si è avuto con la convocazione da parte del Presidente della regione De luca gli allevatori continuano intanto la loro protesta a Caserta.