Per gli alunni del Liceo “Don Gnocchi” di Maddaloni la settimana è iniziata nel ricordo di Giulia, così come era doveroso e naturale. Giulia, l’ultima in ordine di tempo del lungo elenco di donne uccise per mano di chi affermava di amarle, un elenco che ogni anno ci porta a riflettere, indignarci, dissentire, arrabbiarci, ma, viste le tristi vicende che continuano a riempire le pagine della cronaca, non è abbastanza.
Ciò che serve è una rivoluzione culturale, che non avviene ex abrupto dall’oggi al domani, ma che va costruita partendo dalle basi della società, tra i giovani e con i giovani, perché anche il volersi bene si insegna, e si insegna soprattutto con l’esempio.
Le famiglie in primis, ma anche la scuola che svolge un ruolo fondamentale come agente educativo e come luogo in cui gli adolescenti vivono, condividono, amano.
La scuola che non è autosufficiente, ma come ha fatto questa mattina il Liceo “Don Gnocchi” si affida a chi vive questi problemi ogni giorno e lavora sulla prevenzione innanzi tutto, perché questa malattia, che non colpisce il corpo ma l’anima, si può debellare come ogni malattia prevenendo ed educando all’amore di sé e dell’altro.
Per questo motivo la dirigente Annamaria Lettieri stamattina ha invitato la Polizia di Stato ad incontrare i suoi studenti, per parlare di questo tema dal punto di vista degli adolescenti, dei docenti e delle forze dell’ordine.
L’ispettore Giovanni Tagliafierro e il sovrintendente Domenico Santangelo del Commissariato di polizia di Maddaloni hanno incontrato gli alunni del liceo e con loro si sono confrontati sul tema della violenza di genere e dei reati ad essa collegati che possono determinare l’apertura di un codice rosso. Durante l’incontro gli studenti sono stati molto partecipi, esprimendo con chiarezza idee e punti di vista, chiedendo chiarimenti anche sulle procedure e sui comportamenti da intraprendere di fronte a situazioni ambigue. Una giornata di arricchimento per tutti coloro che sono stati coinvolti in questa lodevole iniziativa. Quel che emerso è che rimane fondamentale il dialogo con la famiglia e con gli amici per evitare di trovarsi intrappolati in situazioni che possono diventare pericolose ed irreversibili. E soprattutto che le forze dell’ordine sono un punto di riferimento importante per chiedere aiuto senza averne paura.