CASERTA – All’indomani del prestigioso riconoscimento di “Ambasciatrice della lirica napoletana in Tashkent” presso la Musical Academic Lyceum name dafter V. Uspensky diretta da Dildora A. Djamalova, il soprano internazionale di origini casertane Teresa SPARACO si è recata in visita alla sede napoletana del quotidiano nazionale “ROMA”, unico quotidiano nazionale ad aver riportato la notizia del prestigioso riconoscimento, dove è stata accolta dal Direttore Antonio SASSO che si è vivamente complimentato con l’artista che porta in giro per il Mondo l’eccellenza del bel canto.
Nel corso dell’incontro, anche un altro notissimo personaggio ha fatto visita al direttore del ROMA: si tratta dell’indimenticabile Patron del Napoli Calcio, Corrado FERLAINO. Il Soprano casertano ci ha raccontato un aneddoto che risale ai suoi anni di adolescente: “Quando ero piccola, essendo cresciuta a Baia Domizia, ho avuto modo di conoscere e giocare a calcio sulla spiaggia con il figlio di Beppe Savoldi, Gianluca, che veniva insieme al ben più noto papà in villeggiatura proprio a Baia Domizia sul lido “Paradiso” che all’epoca era di mio zio Elpidio Vitale”. Insomma, una fortunata coincidenza per un’autentica tifosa del Napoli.
Per il Soprano Teresa Sparaco questo è sicuramente un ambito riconoscimento ricevuto in Asia Centrale, nella Repubblica dell’Uzbekistan, simbolo del duro lavoro che da anni svolge sia come cantante lirica che come ambasciatrice della lirica napoletana e di Pace. Il progetto, per la valorizzazione della canzone classica napoletana, è nato dal desiderio del Soprano Sparaco di unire due culture che musicalmente hanno molte similitudine: la cultura musicale napoletana la cui lingua è stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità e la cultura musicale Uzbeka. Definita soprano drammatico, ma in natura ha un timbro assai scuro, con alcune zone opache e aspre. Grazie alla tecnica agguerrita è in grado di emettere vocalizzi di grande precisione a piena voce, varietà alla linea melodica, consentendo un gioco espressivo estremamente frastagliato.
Il timbro rimane l’aspetto più contestato della sua vocalità; la sua arte è fondata sui forti contrasti, durante i quali in specie nell’enorme registro acuto le note acquisiscono una specie di fosforescenza e di inaudita violenza. Il registro centrale risona spesso velato, piuttosto dissonante, a causa dell’ intensivo ricorso al falsetto, per sottolineare smarrimento o debolezza del personaggio, mentre le note gravi possono essere considerate troppo brutali, o viriloidi.
Secondo le prescrizioni belcantistiche, cioè immascherandosi, la voce non acquista il consueto squillo, ma trasparenza e luminescenza particolarissime; uno strumento dalle qualità timbriche di inedita astrazione, capace di un buon legato, per quanto certo non purissimo. Tra le espressioni artistiche è in grado di rinnovarsi incessantemente nonché di fornire spunto ad analisi critiche ed estetiche molto complesse facendone quasi un genere d’attualità.