Mondragone .Eravamo rimasti a preannunciare che quello che aveva preceduto l’elezione del Sindaco Dott. Luigi Nunziata, la prima elezione diretta del primo cittadino, che era stato da me già qualificato come il patatrac , ed è arrivato il momento di renderne conto con nomi e circostanze. Prendiamo le mosse dal 1987, fine consigliatura per impossibilità manifesta delle ‘bande democristiane’ , la definizione non è mia , ma è del compianto Prof. Mario Stefanelli, consigliere comunale repubblicano del PRI, già consigliere provinciale, di eleggere un sindaco tra le loro fila, benché contassero su 15 consiglieri su trenta. Ma tant’è!. In coda alla consigliatura negli ultimi mesi, prima dello scioglimento anticipato, fu nominato sindaco anche, e per la prima volta , il Prof. Michele Zannini, padre dell’attuale consigliere regionale On. Giovanni Zannini, che poi sarà eletto anche a suffragio diretto dopo la fine della consigliatura Nunziata, che lo sconfisse al ballottaggio, nella prima tornata elettorale col nuovo sistema, ma durò in carica solo una decina di mesi. Finalmente a giugno di quell’anno si celebrano le elezioni comunali. La Dc ottiene 13 consiglieri su 30 ed è comunque costretta, vieppiù, una volta messisi d’accordo, ad impetrare l’appoggio delle altre liste che hanno ottenuto consiglieri, per poter aspirare alla maggioranza in consiglio comunale. Ottennero consiglieri, il PSI, 4 , il PSDI, 3, il PRI di Mario Stefanelli, 4 , il PCI, ottiene un solo seggio, ricoperto dal compianto ma allora ritenuto immarcescibile Ugo Di Girolamo, il MSI-DN ottiene anch’esso un solo seggio per Mario Landolfi, il Dott. Franco Papa, ex MSI , si guadagna il proprio seggio con una lista civica , denominata Unione Forze Civiche, persino i VERDI ottengono un seggio ricoperto dall’avv. Giampaolo Romano, che è anche docente di Religione Cattolica. La sorpresa inaspettata la fanno registrare i liberali con due seggi, ricoperti da Antonio Zolfo, ‘erede’ di Mario Liberato Conte , già sindaco di Mondragone, e che otteneva persino più suffragi della DC col PLI , ma qualche decennio prima, venuto a mancare in tragiche circostanze, ed il Dottor Vincenzo Costantino Corvino, allora neomedico ed iscritto alla specializzazione di pediatria, e, divenuto specialista , avrà cura per più di un quarantennio e tuttora, dei nostri pargoli. Ma anche la sua carriera politica, benché sempre e solo in ambito cittadino, continua imperterrita, e dopo aver già ricoperto i ruoli di consigliere ed assessore alla pubblica istruzione, occupa attualmente il prestigioso scranno di Presidente del Consiglio Comunale.
Dopo le elezioni cominciano gli incontri tra le delegazioni dei partiti per tentare di mettere insieme una maggioranza in grado di eleggere un sindaco, soprattutto a causa delle lotte tra le ‘bande’ democristiane, soprattutto le due che sostengono, una l’elezione del Dott. Camillo Federico, per tutti, anche per chi non volesse, ‘l’Onorevole’, essendo stato deputato in un paio di legislazioni di non lunga durata e poi non più rieletto a favore di Mario Piga, presidente della borsa di Milano, ma candidato dalla DC nel collegio di Camillo Federico per la Camera Napoli-Caserta , e per il Senato nel distretto di Mondragone Sessa Aurunca. Pure a livello nazionale la guerra tra ‘bande’ mieteva vittime a tutto spiano. Cosicché l’Onorevole era stato costretto da Roma a frequentare di nuovo e con assiduità i patrii lidi, in cerca della poltrona di sindaco. L’altra ‘banda’ sosteneva l’elezione a Sindaco del Prof. Paolo Russo, docente all’Università di Cassino, ed uomo emergente della DC. Tra i due correvano 17 anni di differenza d’età. 1925 Camillo Federico, 1942 Paolo Russo. Quest’ultimo era già stato temporaneamente sindaco sostituendo nella carica il Dott. Mario Pacifico senior, dimessosi anzitempo nella precedente consigliatura, a favore del suo vicesindaco, appunto, Paolo Russo. Dei tredici consiglieri democristiani , 7 appoggiavano Federico e 6 Russo, per cui la delegazione DC che incontrava quelle degli altri partiti, esordiva come condicio ‘sine qua non’ con laimprescindibile condizione che fosse l’On. Camillo Federico quello che in consiglio doveva essere eletto Sindaco. Poi per gli assessori si sarebbe discusso dopo. Intanto i mesi passavano e, essendo trascorso il tempo di 30 giorni dalla proclamazione degli eletti, senza che si arrivasse ad una elezione valida in Consiglio Comunale, il Prefetto fu costretto a mandare un commissario ad acta che si fece tutta l’amministrazione ‘balneare’, ed a settembre si giunse poi ad eleggere il Sindaco nella persona di Camillo Federico, con una maggioranza tripartita DC-PRI-PLI, che in teoria avrebbe dovuto disporre di 20 consiglieri, in realtà i voti furono solo 17 a favore, repubblicani e liberali, non fecero mancare i loro 6 voti complessivi , i voti democristiani a favore furono solo 11, gli altri gruppi si astennero o votarono contro. Ci furono due franchi tiratori, che, evidentemente tenevano per Russo, oppure la distribuzione degli assessori non era loro piaciuta e lo avevano fatto rimarcare, del resto la Giunta, all’epoca, era formata da quattro assessori, per cui uno andò alla DC, e fu proprio Ugo Conte, futuro sindaco eletto a suffragio diretto ad ottenerlo, in forza degli oltre 800 voti di preferenza ottenuti, gli altri tre andarono, secondo i seggi, due al PRI di Stefanelli, ed uno al PLI del ‘silenzioso’ Zolfo Antonio, che nella lista del partito liberale italiano, che aveva ottenuto 850 suffragi circa, aveva fatto registrare oltre 500 preferenze. Era stato varato un tripartito DC-PRI-PLI, tutti gli altri gruppi all’opposizione, compreso ( ma senza che emergesse chiaramente nelle votazioni) il gruppo ‘ombra’ dei consiglieri DC che avrebbe preferito che a diventare sindaco fosse il Prof. Paolo Russo, che poi nell’anno successivo 1988, in febbraio lo diventerà, a chiusura di una crisi interna politico-amministrativa, ma come atto preparatorio e preliminare dello scioglimento del consiglio comunale da parte del Prefetto e la nomina di una commissione prefettizia straordinaria, che resterà in carica per ben 18 mesi e più poiché la normale consigliatura si sarebbe chiusa nel 1992, scioglimento avvenuto nel settembre 2021, in base al decreto-legge Scotti*, allora Ministro di Grazia e Giustizia nel governo Craxi-continua
*Premessa. Lo scioglimento delle amministrazioni locali conseguente a fenomeni di infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso, introdotto nel nostro ordinamento nel 1991 (decreto-legge n. 164, interamente abrogato), in uno dei momenti più difficili della lotta tra Stato e mafia, ed oggetto di numerose modifiche nel corso degli anni, è ora compiutamente disciplinato dal Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali o Tuel (artt. 143-146 del decreto legislativo n. 267 del 2000).