Il cortometraggio Il Puro Folle, prodotto dall’Istituto Comprensivo “Fieramosca–Martucci” di Capua, ha partecipato al Caserta Film Festival 2025, svoltosi dall’11 al 13 dicembre, aggiudicandosi il prestigioso Premio per la Migliore Sceneggiatura.
Si tratta di un film breve delicato, originale e inedito, che conduce lo spettatore in una Capua longobarda, misteriosa e affascinante, sospesa tra mito, leggenda e storia. Un’opera capace di coniugare ricerca storico-simbolica e linguaggio cinematografico, offrendo una narrazione profonda e suggestiva.
A dare visibilità al progetto sono stati gli allievi dell’I.C. Fieramosca–Martucci, protagonisti di un’esperienza formativa di alto valore culturale, che ha portato l’istituto a ricevere il riconoscimento per la miglior sceneggiatura all’interno della rassegna cinematografica casertana.
Il cortometraggio è stato scritto e diretto dalla prof.ssa Maddalena Carapella, realizzato grazie alla volontà e alla collaborazione del prof. Antonio Sorgente, con le riprese e il montaggio di Pino De Pascale e la partecipazione della prof.ssa Immacolata Comune. Un lavoro corale che evoca memorie profonde e costitutive della missione dell’uomo occidentale europeo, intrecciando educazione, cinema e riflessione simbolica. Un sentito ringraziamento va alla Dirigente scolastica Antonella Spadaccio per il convinto e costante sostegno al progetto.
Note di regia
Capua giace monumentale e silenziosa, come una madre che custodisce nel grembo messaggi di misteri antichi, sopiti nel tempo. Capitale della Terra di Lavoro, ebbe come vescovo e conte, dall’862 all’879, il famigerato Landolfo II, di origine longobarda, figura che avrebbe ispirato l’autore del Parzival nella creazione del duca-mago Klingsor. Una delle sue dimore sarebbe stato il misterioso Castello delle Pietre.
Nel giardino di questo castello, secondo la leggenda, venivano imprigionate donne di grande bellezza che attiravano i cavalieri del Graal, soggiogandoli al loro potere. Klingsor diviene così simbolo di ogni manipolatore dell’inconscio umano. L’uomo moderno, come quello medievale, è vulnerabile alle sue tentazioni: orgoglio, brama di potere, sensualità, odio.
A queste fonti di corruzione si è aggiunta, nel tempo, la fede indiscussa nelle scienze razionali, penetrate in Occidente anche attraverso l’importazione saracena. La stessa nascita della Capua attuale, nei pressi del ponte Annibale a Triflisco (l’antica Sicopoli), è legata alle incursioni saracene dell’841. Il progressivo dogmatismo investì anche la cristianità, fino all’abolizione, nell’860, della matrice misterico-spirituale dal culto istituzionale da parte di Papa Niccolò I, favorendo una deriva materialistica dell’Occidente.
In questo scenario si staglia la figura dell’eroe del Graal, Parzival, il puro-folle: l’unico capace di fronteggiare le forze di seduzione della modernità. Come il Widarnordico o il Michele cristiano, Parzival incarna le Forze del Cuore, in grado di sconfiggere il lupo e il drago che abitano in noi.
Questo monito è inciso simbolicamente sul frontone della Chiesa di Sant’Angelo in Audoaldis, posta di fronte a quella che sarebbe stata la dimora del mago Klingsor. Tra queste due possibilità si collocano i giovani protagonisti del film, osservati mentre esultano felici: un’immagine di speranza, perché – come suggerisce l’opera – ce la faranno.
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